HIV – Stabili diagnosi, urge far emergere sommerso
“Prof. Massimo Galli, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT: “L’applicazione del Piano Nazionale AIDS ricopre un’importanza strategica ed è la prima richiesta che la comunità scientifica rivolge al nuovo Ministro della Salute”
Roma – A oltre 30 anni dall’esordio dell’epidemia da HIV in Italia molto è cambiato. Tuttavia, restano irrisolte numerose questioni, prima fra tutte la diffusione dell’infezione, che persiste, seppur con modalità che nel tempo hanno subito variazioni importanti. L’assunzione di droghe per via venosa con uso promiscuo delle siringhe non è più da tempo la causa principale di trasmissione dell’infezione; il contatto sessuale, invece, continua a essere causa di un numero non trascurabile di infezioni. Negli ultimi anni il numero delle nuove diagnosi di infezione è rimasto stabile, così come, si stima, il numero delle nuove infezioni che ogni anno si vengono a determinare. Questo, principalmente, perché gli interventi di prevenzione si sono nel tempo diradati, in parallelo con l’attenzione dedicata al problema.
Le priorità del Piano Nazionale AIDS per il nuovo Ministro – Il nuovo Piano Nazionale AIDS, redatto dalle Sezioni L e M del Comitato Tecnico-Scientifico del Ministero della Salute con il contributo di associazioni di volontariato, epidemiologi, microbiologi e clinici infettivologi, è stato approvato nello scorso ottobre dalla Conferenza Stato Regioni. Il Piano è stato concepito per delineare e realizzare interventi volti a ridurre il numero delle nuove infezioni, facilitare l’accesso al test e l’emersione del sommerso, favorire l’accesso alle cure e il mantenimento in cura dei pazienti diagnosticati e in trattamento e promuovere la lotta allo stigma ancora subito dalle persone che vivono con HIV.
“Elemento determinante del Piano – spiega il prof. Massimo Galli, presidente della SIMIT – è il coinvolgimento attivo delle Associazioni di Volontariato per la lotta contro l’AIDS, al fine di raggiungere con maggior efficacia le popolazione chiave nelle quali più elevata è la probabilità di diffusione dell’infezione. Tra gli obiettivi principali del piano vi sono l’incremento della percentuale dei casi diagnosticati e mantenuti in cura fino a raggiungere il 90% delle persone che si stimano viventi con HIV in Italia, il mantenimento di livelli di viremia <50 copie/mL in più del 90% dei pazienti in trattamento (obiettivo già in larga misura raggiunto), la riduzione a meno del 5% per anno della perdita di contatto con pazienti seguiti dai centri, la riduzione del 50% dei casi di diagnosi tardiva di infezione”.
I pazienti in cura e ben rispondenti al trattamento non sono contagiosi per via sessuale – Tra gli eventi della giornata di inaugurazione di Icar, vi è stato il convegno per i venti anni dalla fondazione di Nadir, una delle associazioni di volontariato più attive per la lotta contro l’AIDS…”
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Fonte: “HIV, la prima causa di contagio è per via sessuale. Stabili le diagnosi, urge far emergere il sommerso”, Quotidiano sanità