Diabete 1 – Ipoglicemia ridotta con insulina da sistemi che riconoscono attività fisica
“Se i sistemi di somministrazione dell’insulina vengono dotati di sensori in grado di rlevare l’attività fisica del paziente, i tempi degli eventuali episodi di ipolglicemia si riducono. È quanto emerge da uno studiop pubblicato da Diabetes Care
(Reuters Health) – Tra i pazienti con diabete di tipo 1, i sistemi a doppio circuito chiuso per la somministrazione di insulina e glucagone, e che si adattano all’esercizio fisico tramite sensori indossabili, riducono in modo significativo il tempo in ipoglicemia. A dimostrarlo è stato un team di ricercatori coordinato da Jessica Castle, della Oregon Health and Science University di Portland, che ha condotto un trial clinico i cui risultati sono stati pubblicati da Diabets Care.
La premessa
È noto che l’attività fisica aumenta il rischio di ipoglicemia nei pazienti con diabete di tipo 1 trattati con apparecchi a somministrazione automatica di insulina. Castle e colleghi avevano precedentemente dimostrato che un sistema che somministra insulina e glucagone può ridurre l’ipoglicemia quando al dispositivo viene indicato che si sta cominciando a fare attività fisica.
Lo studio
I ricercatori americani hanno incorporato la funzione che riconosce l’esercizio fisico tramite un algoritmo con la regolazione del dosaggio e hanno confrontato un sistema a doppio ormone con uno a ormone singolo. In totale, 20 adulti con diabete di tipo 1 sono stati divisi in quattro gruppi: uno usava il sistema a circuito chiuso a doppio ormone, il secondo usava il sistema a circuito chiuso a un solo ormone, il terzo aveva un sistema predittivo di sospensione della somministrazione ormonale in caso di bassi livelli di glucosio e l’ultimo si serviva della normale gestione. Entrambi i sistemi a circuito chiuso usavano un algoritmo di rilevamento dell’esercizio che aveva un input da un cardiofrequenzimetro e da un accelerometro….”
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Fonte: Diabete 1. Ipoglicemia ridotta con insulina da sistemi che “riconoscono” l’attività fisica”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=62126