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Artrite reumatoide – Persistenza a trattamento con tocilizumab maggiore

I pazienti con artrite reumatoide (AR) con risposta inadeguata pregressa ad un farmaco biologico rimangono in terapia più a lungo con tocilizumab rispetto ad un farmaco anti-TNF, indipendentemente o meno dall’assunzione concomitante di un DMARDs. Queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato su ARD, tratto dai dati del registro europeo TOCERRA (the TOcilizumab Collaboration of European Registries in RA) relativo all’impiego dell’inibitore recettoriale di IL-6 e di farmaci anti-TNF in 10 paesi

Queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato su ARD, tratto dai dati del registro europeo TOCERRA (the TOcilizumab Collaboration of European Registries in RA) relativo all’impiego dell’inibitore recettoriale di IL-6 e di farmaci anti-TNF in 10 paesi, pubblicato su ARD.

Razionale dello studio
La maggior parte delle linee guida internazionali sul trattamento dell’AR raccomanda l’impiego di farmaci biologici in combinazione con MTX o altri DMARDs, ma quasi un paziente su tre ricorre ai DMARDb in monoterapia per problemi di intolleranza o di preferenza del paziente, ricordano gli autori nell’introduzione allo studio.

La presenza di risultati confliggenti, osservata in alcuni studi di piccole dimensioni sull’impiego di tocilizumab, utilizzato in varie strategie di trattamento (combinazione o monoterapia) ha portato i ricercatori ad implementare questo nuovo studio che ha messo a confronto l’efficacia nella pratica clinica reale di TCZ e di farmaci anti-TNF, in monoterapia o in combinazione con DMARDs, in pazienti con AR che già erano ricorsi al trattamento con almeno un farmaco biologico.

Disegno dello studio
Ricorrendo all’analisi dei dati del registro paneuropeo TOCERRA, i ricercatori si sono focalizzati sulla persistenza al trattamento – una stima del mantenimento nel tempo di una terapia farmacologica prescritta, essendo una espressione dell’efficacia e della tollerabilità al farmaco – e sulle variazioni temporali di attività di malattia, misurate con l’indice CDAI (the Clinical Disease Activity Index).

Analizzando i dati del registro relativi al periodo 2009-2017, i ricercatori hanno identificato 8.038 pazienti che avevano iniziato, per la prima volta, un trattamento con TCZ o un farmaco anti-TNF in ragione del fallimento terapeutico con un farmaco biologico pregresso.

Nello specifico, 771 e 1.773 pazienti erano, rispettivamente, in trattamento monoterapico o di combinazione con TCZ, mentre 1.404 e 4.660 erano in monoterapia o in terapia di combinazione con un farmaco anti-TNF.

In generale, i pazienti in trattamento con TCZ erano leggermente più vecchi di quelli in trattamento con farmaci anti-TNF (55,6 vs. 54,4 anni) e con un’anzianità di malattia maggiore (9,6 vs. 8,3 anni). Non solo: molti di questi pazienti in terapia con TCZ aveva avuto un trattamento pregresso con più farmaci biologici (27% dei pazienti con più di 3 DMARDb utilizzati vs. 19,6% dei pazienti trattati per la prima volta con farmaci anti-TNF).

Risultati principali
Dall’analisi dei dati del registro è emerso che la durata mediana della persistenza al trattamento è risultata più elevata nei pazienti trattati rispettivamente con TCZ in  monoterapia (2,31 anni; IC95%= 2,07-2,61) o in terapia di combinazione (1,98 anni; IC95%=1,83-2,11) rispetto a quelli trattati, rispettivamente, con un farmaco anti-TNF in combinazione (1,37 anni, IC95%=1,30-1,45) o in monoterapia (1,31 anni, IC95%=1,18-1,47)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Artrite reumatoide, persistenza al trattamento con tocilizumab OK anche in monoterapia”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/artrite-reumatoide-persistenza-al-trattamento-con-tocilizumab-ok-anche-in-monoterapia-26763