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Insufficienza renale cronica – Per la SIN la dialisi domiciliare personalizzata deve diventare la prima scelta

I vertici della nefrologia italiana riuniti a Lecco promuovono la dialisi peritoneale come un trattamento sicuro ed efficace per il paziente e quello maggiormente in grado di realizzare un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN)

Nonostante i numerosi vantaggi che la dialisi peritoneale (PD) presenta in termini di tolleranza, efficacia clinica e impatto sociale, viene prescritta a un numero di pazienti assai inferiore rispetto alla dialisi extracorporea (HD). Il suo utilizzo potrebbe aumentare ulteriormente se venissero rimossi alcuni ostacoli che ancora ne limitano la diffusione. È perciò necessario implementare questo tipo di dialisi per migliorare la qualità della vita dei pazienti e ottenere un risparmio di spesa per il Servizio Sanitario Nazionale. È quanto asseriscono i vertici della nefrologia italiani riuniti a Lecco fino la 21 aprile per il XIX Convegno del Gruppo di Dialisi Peritoneale (GSDP) della Società Italiana di Nefrologia (SIN).

I vantaggi della dialisi peritoneale
“La dialisi peritoneale viene effettuata al proprio domicilio dal paziente stesso. Diversamente da quella extra-corporea, la dialisi peritoneale sfrutta il contatto tra peritoneo e la soluzione dialitica”, spiega Giuliano Brunori, Primario dell’Unità di Nefrologia e dialisi di Trento. “Non esistendo un circolo extracorporeo non c’è rischio di incidenti che possano mettere a rischio la vita del paziente. Inoltre, essendo una metodica domiciliare, che può essere effettuata anche di notte mentre il paziente dorme, non interferisce con le attività quotidiane dei pazienti (lavoro, studio, svago) e permette quindi una miglior qualità della vita. Infine può essere effettuata ovunque, per cui il paziente che vuole recarsi a trascorrere un periodo di ferie, porta con sé il materiale necessario”.

Tuttavia, nonostante la dialisi peritoneale sia indicata per la maggior parte dei pazienti, ad oggi la percentuale di utilizzo di questa metodica in Italia non raggiunge il 10%. Gli studi dicono che si potrebbe arrivare al 30%. Più precisamente nei pazienti incidenti, cioè quelli di nuovo arrivo alla dialisi, la percentuale in dialisi domiciliare dovrebbe essere fra il 30 e il 40%, mentre nei pazienti prevalenti potrebbe collocarsi fra il 20 e il 30%…”

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Fonte: “Insufficienza renale cronica, SIN: “dialisi domiciliare personalizzata deve diventare la prima scelta”, “PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/altri-studi/insufficienza-renale-cronica-sin-dialisi-domiciliare-personalizzata-deve-diventare-la-prima-scelta-26615