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Paralisi cerebrale infantile – Chi paga in caso di evento avverso? In Giappone costituito fondo ad hoc per risarcire familiari

La paralisi cerebrale infantile è stato stimato che abbia nei paesi con servizi sanitari avanzati una prevalenza di circa 2 casi per mille nati vivi ed è causa dei risarcimenti più alti in assoluto. Il Ssn giapponese ha deciso l’istituzione di un capitale monetario, costituito con fondi di provenienza statale e privatistica assicurativa, che garantisce un equo risarcimento ai familiari, indipendentemente dalla dimostrazione della colpa medica. Lo dovremmo fare anche in Italia…

24 APR – Lo scopo di questo articolo è presentare l’esperienza giapponese di gestione “etica” della paralisi cerebrale infantile, come una possibile strada da seguire, anche nel nostro Paese, per affrontare uno degli eventi avversi forse più gravi, dal punto di vista umano, legale e del risarcimento, che gli ospedali italiani si trovano oggi a fronteggiare. La paralisi cerebrale infantile, in una recente review, è stato stimato che abbia nei paesi con servizi sanitari avanzati una prevalenza di circa 2 casi per mille nati vivi (Front. Pediatr., 13 February 2017) ed è causa dei risarcimenti più alti in assoluto.

L’assistenza ostetrica del SSN (Sistema Sanitario Nazionale) giapponese incontra le nostre stesse criticità:
1. Casi legali in aumento, soprattutto di paralisi cerebrale (PC)
2. Basso tasso di natalità
3. Carenza di ostetrici
4. Orari di lavoro lunghi, burnout

Spesso è difficile determinare le responsabilità nei casi di supposta malpratica in caso di incidenti durante il parto, questo poiché la conoscenza scientifica sull’argomento è ancora lacunosa, i quadri clinici sono complessi e quindi di sovente questi casi finiscono in tribunale.

Il timore di avere delle conseguenze giudiziarie rappresenta oggi una delle ragioni di scarso incentivo a scegliere questa specialità e anche la causa dell’aumentato ricorso a gesti di medicina difensiva, per esempio l’eccessivo ricorso al taglio cesareo. Il circolo vizioso alimentato sostanzialmente dalla paura, causa un problema sociale enorme, caratterizzato dal fatto che si aumenta il ricorso a pratiche cliniche incongrue (taglio cesareo, somministrazione di ossitocina, etc.) senza per questo aumentare l’efficacia delle cure alla nascita.

Abbiamo il dovere di diffondere la consapevolezza che il rischio è connaturato alla nascita, senza per questo trasformare uno dei pochi eventi umani che hanno a che fare con la gioia, in uno stato di costante tensione per la donna e il professionista per la preoccupazione di quello che in rari casi può accadere. La consapevolezza del rischio, da entrambi i punti di vista, medico e legale, deve essere diffusa nell’ambito sociale e specialistico medico-legale, ma deve essere sempre accompagnata dalla consapevolezza dell’esistenza della gioia della nascita.

Al fine di garantire un’assistenza perinatale sicura e degna di fiducia (aumentare la fiducia reciproca tra famiglie e personale che assiste) che porti benefici non solo agli ostetrici, ma anche alle famiglie e alla società nel suo insieme, si dovrebbero porre in essere alcuni interventi:
1. un sistema equo di risarcimento per quei casi di bambini che hanno sviluppato disabilità a causa di un probabile evento avverso ostetrico;
2. metodi di risoluzione veloce del conflitto evitando di lasciare i genitori, talvolta per anni, a vivere una condizione di vita difficile senza sufficienti mezzi;
3. stabilire un meccanismo che migliori la qualità dell’assistenza ostetrica, indagando e diffondendo report e corsi sulle cause e sulla possibile prevenzione della paralisi cerebrale infantile;
4. sostenere psicologicamente la seconda vittima (il professionista) che talvolta dopo un grave incidente non riesce più a svolgere con serenità il suo lavoro ed è sottoposto a procedimenti giudiziari che durano per gran parte della sua vita professionale…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Paralisi cerebrale infantile. Chi paga in caso di evento avverso? In Giappone costituito un fondo ad hoc per risarcire i familiari. Facciamolo anche qui da noi”, Quotidiano sanità

Tratto dahttp://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=61116