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Malattie rare – Deficit di lipasi acida lisosomiale (LAL-D), l’ERT con sebelipasi alfa migliora anche i biomarcatori aterogeni

Secondo i risultati di uno studio pubblicato online sul “Journal of Clinical Lipidology”, sebelipasi alfa – trattamento enzimatico sostitutivo (enzyme replacement therapy [ERT]) approvato per la terapia a lungo termine di pazienti di tutte le età affetti da deficit di lipasi acida lisosomiale (LAL-D) – sembra abbassare la colesterolemia LDL (LDL-C) attraverso la riduzione del numero di particelle LDL (LDL-P), suggerendo una diminuzione del rischio di malattia cardiovascolare nei soggetti affetti da questa malattia rara

«La LAL-D è un raro disturbo autosomico recessivo da immagazzinamento lisosomiale associato all’accumulo di esteri del colesterolo e di trigliceridi nel fegato e in altri organi» ricordano gli autori, guidati da Don P. Wilson, del Cook Children’s Medical Center di Fort Worth (Texas, USA).

«Non è infrequente nella LAL-D vedere livelli di LDL-C superiori a 160 mg/dL e livelli di HDL-C inferiori a 40 mg/dL, anche in pazienti che assumono farmaci ipolipemizzanti (LLM)» proseguono. «I pazienti con LAL-D possono spesso essere erroneamente diagnosticati per condizioni con riscontri clinici e laboratoristici simili, come l’ipercolesterolemia familiare eterozigote (HeFH) e la steatosi epatica non alcolica (NAFLD)».

«Elevati livelli di LDL-C e bassi livelli di HDL-C sono ben noti fattori di rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica precoce (ASCVD). La dislipidemia che si verifica in così tenera età, con un’esposizione per tutta la vita a livelli elevati di LDL-C, aumenta il rischio di ASCVD nei soggetti con LAL-D» aggiungono.

Prima dell’approvazione di sebelipasi alfa – precisano – non vi erano linee guida ampiamente condivise per il trattamento della LAL-D. LLM come statine, ezetimibe o colestiramina, e una dieta povera in grassi e a basso contenuto di colesterolo venivano talvolta usate per affrontare la dislipidemia in questi pazienti.

Lo scenario è cambiato con lo sviluppo di sebelipasi alfa «una LAL umana ricombinante, unica terapia approvata per i pazienti con LAL-D» spiegano Wilson e colleghi. «La sequenza aminoacidica di sebelipasi alfa è la stessa di quella della LAL umana. Legando l’enzima al mannosio, esso viene consegnato direttamente al lisosoma tramite assorbimento dei recettori del mannosio-6-fosfato».

Diversa capacità pro-aterogena delle particelle LDL in base a dimensioni e numero
Dai risultati dello studio di fase 3 ARISE (Acid Lipase Replacement Investigating Safety and Efficacy), proseguono gli autori, è emerso che le LDL-P possono variare ampiamente negli individui in termini sia di composizione lipidica che di dimensioni.

«Queste differenze possono influire sul loro metabolismo e sulla loro capacità di penetrare nella parete arteriosa e di legarsi al proteoglicano all’interno dell’intima. Come risultato, le LDL -P possono avere distinte conseguenze aterogene a seconda della loro dimensione e del loro numero» affermano i ricercatori. In effetti, specificano, oltre alla misurazione delle LDL-C, è stato dimostrato che il numero e la qualità di LDL-P potrebbero predire meglio il rischio cardiovascolare…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Deficit di lipasi acida lisosomiale, l’ERT con sebelipasi alfa migliora anche i biomarcatori aterogeni”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/cardio/deficit-di-lipasi-acida-lisosomiale-lert-con-sebelipasi-alfa-migliora-anche-i-biomarcatori-aterogeni–26584