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Sclerosi multipla recidivante-remittente (RRSM) – Dimetilfumarato (DMF) può essere opzione terapeutica efficace

I risultati di uno studio osservazionale retrospettivo multicentrico di fase 4 denominato “STRATEGY” – pubblicato online su “Multiple Sclerosis and Related Disorders” – suggeriscono che il dimetilfumarato (DMF) può essere un’opzione di trattamento efficace per i pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente (RRSM) che interrompono il trattamento con natalizumab nella pratica clinica di routine

In particolare è emerso che il tasso annuale di recidive (ARR) era più basso nei pazienti che avevano iniziato il trattamento con DMF entro 90 giorni dalla sospensione di natalizumab rispetto ai pazienti che avevano iniziato la terapia con DMF dopo 90 giorni di interruzione di natalizumab.

Se è vero che «il DMF a rilascio ritardato può essere un’opzione terapeutica per i pazienti con RRSM trattati con natalizumab e che richiedono un cambiamento nella terapia, tuttavia vi sono informazioni limitate sui predittori di esiti positivi del trattamento nei pazienti che effettuano lo “switch” da natalizumab a DMF» precisano gli autori, guidati da Stanley L. Cohan, del Providence Multiple Sclerosis Center di Portland (USA).

«Inoltre le pratiche cliniche e i protocolli di sequenza dei farmaci sono molto variabili» aggiungono. Gli autori presentano pertanto i risultati clinici, tra cui l’ARR e il rischio di recidiva, dello studio osservazionale retrospettivo STRATEGY condotto su pazienti con RRSM che erano passati da natalizumab a DMF nel contesto della pratica clinica basata sulla comunità, valutando anche l’associazione tra durata del washout e attività di recidiva.

I criteri di inclusione
Lo studio STRATEGY ((Multicenter, Retrospective, Observational Study Evaluating Real-world Clinical Outcomes in Relapsing-remitting Multiple Sclerosis Patients Who Transition from Tysabri® [Natalizumab] to Tecfidera® [Dimethyl Fumarate]) è stato eseguito attraverso un’estrazione di cartelle cliniche in un singolo punto temporale; non erano richieste visite in studio o particolari procedure.

I principali criteri di inclusione comprendevano: età =/> 18 anni, diagnosi di RRSM (secondo i criteri di McDonald, edizione riveduta del 2010), almeno 12 mesi di trattamento continuo in monoterapia con natalizumab prima dell’inizio del trattamento con DMF iniziazione e l’inizio della terapia con DMF a distanza di almeno 12 mesi prima dell’arruolamento nello studio. I pazienti sono stati considerati eleggibili all’arruolamento indipendentemente dall’uso attuale di DMF.

Risultati dipendenti dalla risposta al primo farmaco
Un totale di 530 pazienti sono stati arruolati in 45 Centri degli Stati Uniti iscritti e di questi 506 hanno soddisfatto i criteri di inclusione e sono stati inclusi nella popolazione valutabile modificata per l’analisi…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “SM, il washout nello switch da natalizumab a dimetilfumarato non deve superare i 90 giorni”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/sm-il-washout-nello-switch-da-natalizumab-a-dimetilfumarato-non-deve-superare-i-90-giorni-26441