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Diabete di tipo 2 – Canagliflozin riduce anche l’insufficienza cardiaca

Canagliflozin, un inibitore del SGLT2 (inibitore del trasportatore sodio-glucosio di tipo 2) indicato per il trattamento del diabete di tipo 2, è associato a un minor rischio di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca e a un rischio simile per infarto miocardico o ictus rispetto agli inibitori della DPP-4 (inibitori della dipeptidil-peptidasi IV), agli agonisti del recettore GLP-1 o alle sulfoniluree. Lo riporta uno studio pubblicato online sul British Medical Journal in febbraio

«Due ampi studi randomizzati sui SGLT2 inibitori, controllati con placebo, hanno mostrato una riduzione del rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco cardiaca e per l’outcome cardiovascolare primario prespecificato (morte cardiovascolare, infarto miocardico non fatale o ictus non fatale) tra i pazienti trattati con questi farmaci», ha scritto in una email a Reuters Health Elisabetta Patorno del Brigham and Women’s Hospital di Boston.

«Nessuno studio ha però ancora preso in considerazione questi risultati per i singoli farmaci SGLT2 usati nelle cure di routine», ha affermato per email.

Canagliflozin a confronto con altri antidiabetici
Per questo motivo gli autori hanno valutato gli effetti cardiovascolari di canagliflozin, il primo inibitore del SGLT2 commercializzato negli Stati Uniti, confrontandolo direttamente con tre farmaci non appartenenti alla sua stessa classe, quella delle cosiddette “glifozine”.

Lo studio retrospettivo, basato sulla popolazione, su pazienti statunitensi con diabete di tipo 2 ha confrontato tre coorti con corrispondenza del punteggio di propensione (PSM, una tecnica statistica che tenta di stimare l’effetto di un trattamento, tentando di ridurre il bias dovuto a variabili confondenti) che hanno iniziato il trattamento con canagliflozin o un inibitore della DPP-4 (17.667 paia), canagliflozin o GLP-1RA (20.539 paia) e canagliflozin o una sulfonilurea (17.354 paia).

I pazienti che hanno iniziato con canagliflozin erano generalmente più giovani, più spesso maschi e avevano meno comorbidità rispetto a quelli che assumevano gli altri farmaci.

Come riportato dallo studio, gli hazard ratio per l’ospedalizzazione per insufficienza cardiaca associata a canagliflozin erano 0,70 rispetto a un inibitore DPP-4 (91 vs 124 eventi); 0.61 rispetto a un GLP-1RA (94 vs 148 eventi); e 0.51 contro una sulfonilurea (77 vs 154 eventi). Tutte e tre le differenze erano statisticamente significative.

Gli hazard ratio per un endpoint cardiovascolare composito di ospedalizzazione per infarto del miocardio o per ictus associato a canagliflozin erano 0.89 rispetto a un inibitore DPP-4, 1.03 rispetto a un GLP-1RA, e 0.86 contro una sulfonilurea. Queste differenze non hanno però raggiunto la significatività statistica.

I risultati persistono dopo aggiustamento per i livelli basali di emoglobina A1c e in sottogruppi di pazienti con o senza precedente malattia cardiovascolare.

«Né il rischio di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca né il rischio di endpoint cardiovascolare composito è apparso significativamente diverso tra i pazienti con o senza una storia di malattia cardiovascolare», ha sottolineato Patorno, «con l’implicazione che i pazienti possano rispondere in modo simile a questi agenti indipendentemente dalla presenza di malattie cardiovascolari al basale».

Un risultato che potrebbe cambiare l’approccio terapeutico
«Queste scoperte, insieme ad altre evidenze accumulate da studi sia interventistici che non-interventistici su altri SGLT2 inibitori, possono cambiare la pratica relativa al trattamento del diabete», ha detto…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Canagliflozin, oltre a trattare il diabete, riduce l’insufficienza cardiaca rispetto agli altri antidiabetici”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/diabete/canagliflozin-oltre-a-trattare-il-diabete-riduce-linsufficienza-cardiaca-rispetto-agli-altri-antidiabetici-26115