Malattia di Crohn – quando iniziare il trattamento?
“Servono terapie appropriate, al tempo opportuno e nel giusto paziente. Inoltre, il miglior momento per intervenire nel trattare i pazienti con malattia di Crohn con farmaci biologici è la finestra tra la diagnosi e la malattia iniziale; dopo questa fase infatti la malattia evolve in maniera più rapida e anche violenta andando verso modifiche della struttura intestinale che possono condurre alla formazione di fistole e a una elevata disabilità. E’ quanto evidenziato da Stefan Schreiber della Clinic of Internal Medicine I, Christian Albrechts University, Kiel Germania durante un simposio all’interno del 13^ congresso ECCO (Euopean Crohn’s and Colitis Organization)
Quando la malattia di Crohn non viene gestita subito con appropriati trattamenti, secondo quanto riportato da Schreiber, le modifiche strutturali intestinali che sono dovute ad aumento dell’infiammazione possono portare alle fistole e agli ascessi che oggi necessitano di chirurgia e quindi anche aumento della disabilità.
Diventa necessario definire il goal di trattamento nella malattia di Crohn e per fare ciò è fondamentale definire la stadio della malattia considerando che la remissione sintomatica non è raggiungibile nella malattia avanzata.
Nel caso della malattia in fase iniziale il goal terapeutico è la completa assenza dei sintomi, la mancanza di progressione della malattia senza complicazioni e disabilità e una buona qualità di vita.
Nel caso di malattia avanzata quello che si cerca di raggiungere è la stabilizzazione dei sintomi non infiammatori, l’assenza di progressione del danno e della disabilità e un miglioramento nella qualità di vita.
E’ importante che gli interventi terapeutici iniziali vengano fatti con i farmaci appropriati; qui rientra il concetto adottato finora dei farmaci modificanti la malattia (DMAIDs) da utilizzare nelle fasi iniziali per modificare il decorso naturale del Crohn.
Tra questi gli steroidi abbinati all’azatioprina in caso di pazienti senza fattori prognostici sfavorevoli, con malattia non severa e senza complicazioni della malattia oppure l’utilizzo di biologici. Se l’abbinamento steroidi più AZA non riduce i segni dell’infiammazione in 6 mesi è previsto il passaggio ai biologici.
La strategia che prevede il trattamento individualizzato nel caso di Crohn lieve prevede di intervenire in maniera graduale evitando una terapia intensiva e gli immunosoppressori ma agendo con decisioni veloci. Nel caso di Crohn aggressivo invece bisogna agire subito con una terapia intensiva per evitare complicazioni.
Chi deve ricevere una terapia intensiva?
Bisogna valutare i fattori prognostici di progressione di malattia che implicano un comportamento “complicato” della patologia; questi comprendono la localizzazione precisa della malattia, il coinvolgimento del tratto gastrointestinale superiore, la presenza di manifestazioni extraintestinali ma anche l’età e l’eventuale presenza di malattia perianale alla diagnosi…”
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Fonte: “Crohn, quando iniziare il trattamento? Nuovi dati dal congresso ECCO”, PHARMASTAR