Diabete – ‘Mobile Health’, una risorsa per migliorarne la gestione
“Parte la Scuola AMD per educatori in diabetologia. Per la prima volta, un percorso formativo rivolto agli operatori sanitari pone attenzione non solo ai pazienti ma anche alle esigenze specifiche dei medici e alle difficoltà che questi affrontano nel quotidiano, con l’obiettivo di agevolare il loro lavoro, favorire una presa in carico ottimale della persona diabetica e una più efficace alleanza terapeutica
Roma, 22 febbraio 2018 – Una visita specialistica, come quella del diabetologo che deve trasmettere al suo assistito l’importanza e la complessità della terapia insulinica, spesso non dura più di 15 minuti. Per il medico potersi interfacciare con pazienti responsivi e già ‘coinvolti’ attivamente nel processo di cura diventa imprescindibile per l’efficacia delle terapie. A questo proposito la tecnologia, il web e tutte le applicazioni della cosiddetta mobile Health non sono solo forieri di bufale e fake news, al contrario possono rappresentare una preziosa risorsa nelle mani del medico per integrare conoscenze e competenze del suo assistito e rafforzare così il patient engagement.
Ma non ci può essere engagement del paziente senza engagement dell’operatore sanitario che, oggi più che mai, necessita di nuovi strumenti per esprimere al meglio la sua professionalità. Questi alcuni degli aspetti che verranno approfonditi nel corso della nuova Scuola per educatori in diabetologia di AMD, in partenza il prossimo 23 febbraio a Roma.
“Oggi gli operatori sanitari della cronicità non possono solo prescrivere una terapia, monitorando se e come il paziente la rispetti – spiega Natalia Visalli, componente del board scientifico della Scuola per Educatori in Diabetologia AMD, con il ruolo di Direttore – Devono in prima istanza ‘fare i conti’ con il vissuto della malattia del loro assistito e conseguentemente con i diversi momenti di elaborazione emotiva dalla diagnosi e lungo tutto il percorso di accettazione della patologia. Secondo il modello del ‘patient engagement’ si riconoscono 4 fasi fondamentali: il ‘blackout’ iniziale, la concezione di sé come semplice corpo malato, il sentirsi un paziente e infine di nuovo il percepirsi come persona che vuole essere un valido interlocutore con il suo sistema di cura. In ognuno di questi momenti, la tecnologia può essere un prezioso supporto tra operatore sanitario consapevole degli strumenti da utilizzare e paziente che vuole essere indirizzato verso fonti di approfondimento attendibili: il web è un patrimonio importante di informazioni per integrare le conoscenze; le APP dedicate possono favorire comportamenti di salute, WhatsApp, sms ed e-mail semplificano il contatto tra il clinico e il suo assistito; social media e chat, favorendo il confronto tra persone che affrontano la stessa patologia, possono aiutare a superare paure e ad acquisire nuove competenze”.
“Nei moduli della Scuola per educatori in diabetologia AMD – prosegue Visalli – ci sono numerosi spazi dedicati al patient engagement, per formare i diabetologi a utilizzare strumenti che misurino il coinvolgimento attivo del paziente e mettere in atto strategie per realizzarlo. A tal proposito, la nostra Associazione, insieme ad esperti di diversi contesti clinici e istituzionali e a rappresentanti di associazioni pazienti, ha partecipato alla recente Conferenza di Consenso ‘Raccomandazioni per la promozione del patient engagement in ambito clinico-assistenziale per le malattie croniche’, promossa dall’Università Cattolica di Milano e dalla Regione Lombardia, con la supervisione metodologica dell’Istituto Superiore di Sanità”.
Per migliorare qualità, efficacia e sostenibilità delle cure, l’altra faccia della medaglia è l’engagement del soggetto curante, che per primo deve essere fortemente ‘ingaggiato’ nell’alleanza terapeutica…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Mobile Health: tecnologia e web una risorsa per migliorare la gestione del diabete”, insalute news