Pazienti con ictus sottoposti a trombectomia – Farmaco neuroprotettivo che non aumenta rischio emorragico
“Un farmaco che è stato sviluppato per essere neuroprotettivo pur non aumentando il rischio di sanguinamento è sicuro alla massima dose testata e non aumenta il tasso di emorragia nei pazienti con ictus. Lo suggeriscono i risultati di un nuovo studio, denominato RHAPSODY, presentati a Los Angeles, durante l’International Stroke Conference (ISC) 2018
Precedenti studi condotti con altri agenti neuroprotettivi nel contesto dell’ictus sono falliti, ma questo nuovo trial potrebbe essere diverso in quanto è il primo a valutare un tale tipo di agente nell’ambito della trombectomia, per cui a essere bersaglio del farmaco in questo caso è il tessuto a rischio.
Sebbene i risultati relativi all’emorragia non abbiano raggiunto la significatività, sono comunque «interessanti» e «in linea con la nostra previsione» ha detto l’autore principale dello studio, Patrick Lyden, Direttore del Dipartimento di Neurologia del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles «e supportano l’ipotesi che il farmaco non sia pericoloso come anticoagulante».
La molecola in esame è una variante ricombinante del recettore attivato dalla proteasi (PAR) della proteina C attivata (APC). È stato creato per conservare la capacità di proteggere le cellule cerebrali – per esempio, i neuroni, le cellule epiteliali, la glia – ma anche per stabilizzare la barriera emato-encefalica e avere un effetto meno anticoagulante.
Per l’autore principale, ora si chiude l’era delle “pallottole magiche”
Lyden ha spiegato che questo agente ha diverse qualità uniche, una delle quali è che sembra funzionare anche se somministrato relativamente tardi dopo un ictus. «La maggior parte dei nostri composti che hanno fallito funzionavano solo quando venivano somministrati immediatamente. Con questo ci sono di fatto alcune prove in modello murino che funziona fino a 24 ore».
Inoltre, la maggior parte degli agenti neuroprotettivi precedentemente testati funzionavano mediante un singolo meccanismo, ha aggiunto Lyden. «Erano come ‘pallottole magiche’ che tentavano di colpire un singolo step in una cascata di eventi ischemici molto complicata». Invece la molecola attualmente in fase di test, ha proseguito, una volta che si è legata al PAR, attiva diverse vie pro-sopravvivenza nella cellula volte a salvare la cellula stessa dall’insulto ischemico.
Scopo del RHAPSODY: trovare la dose sicura del farmaco
Il nuovo studio multicentrico, controllato con placebo e in doppio cieco, è stato disegnato per trovare una dose sicura del farmaco – chiamato 3K3A-APC – che potrebbe essere utilizzata nei pazienti con ictus in cui il rischio di sanguinamento rappresenta una seria preoccupazione…”
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Fonte: “Farmaco neuroprotettivo senza aumento di rischio emorragico nei pazienti con ictus sottoposti a trombectomia”, PHARMASTAR