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Videocapsula endoscopica – La metodica è stata inserita nei Lea ma è rimborsata solo in alcune Regioni

In base a una stima che parte da dati elaborati da tre società di gastroenterologia in Lombardia, semplificando l’erogazione dell’esame con la tecnologia per osservare dall’interno l’intestino si risparmierebbero 1,4 milioni di euro all’anno. La metodica è stata inserita nei Lea ma è rimborsata solo in alcune Regioni

Il futuro dell’erogazione dell’esame con videocapsula endoscopica è il regime ambulatoriale. L’indicazione si può trarre da una stima elaborata da Cristiano Spada, direttore dell’unità di Endoscopia digestiva, della Fondazione Poliambulanza di Brescia, riguardo l’utilizzo della tecnologia che consente di visualizzare dall’interno l’apparato digerente e in particolare il piccolo intestino. “Facendo una proiezione prudenziale, che parte dai dati prodotti nel 2010 da tre società di gastroenterologia (Aigo, Sied e Sige) in Lombarda e che tiene conto del probabile rimborso previsto verosimilmente dai Lea – 850 euro – i potenziali risparmi nel caso in cui tale esame venga erogato in regime ambulatoriale e non in regime di ricovero ospedaliero sarebbero di circa 1,4 milioni di euro all’anno”.

Cos’è la videocapsula endoscopica e dove viene rimborsata

La tecnologia è una capsula monouso ingeribile dotata di una o due telecamere che acquisiscono immagini dell’intestino mentre lo percorrono. Nel 2017 è stata inserita nei Lea (Livelli essenziali di assistenza). Tuttavia, l’esame con videocapsula non è rimborsato su tutto il territorio nazionale. Le Regioni che lo rimborsano sono il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, la Basilicata, le Marche, il Piemonte, il Trentino Alto-Adige, la Val d’Aosta e l’Umbria.

L’inserimento nei Lea della videocapsula endoscopica e il difficile reperimento

“I Lea vengono recepiti in termini molto variabili, anche se tutte le Regioni dovrebbero recepirli, secondo decreto del ministero della Salute entro il 28 febbraio 2018”, continua Spada. “Ci sono resistenze importanti: si teme che, laddove venga rimborsata, se ne faccia un uso sconsiderato. Un timore non fondato, considerando che nelle Regioni dove è disponibile questo problema non si è registrato. Anzi, si è notato che non c’è stato un utilizzo inappropriato e tendenzialmente ci si attiene alle indicazioni, tra cui in particolare il sanguinamento oscuro e la malattia di Crohn. Ci sono poi strutture che, non avendo il rimborso, decidono di utilizzare la capsula endoscopica in regime di ricovero. In questo modo, ammortizzano le spese con i Drg. Così, un esame che potrebbe costare 1.000 euro finisce per costarne oltre 2.500”.

I modelli a disposizione

L’inclusione nei Lea è recente, ma la videocapsula è stata lanciata nel 2001: gli italiani sono stati tra i primi al mondo a utilizzarla. Nonostante ciò, viene impiegata in circa 7.500 casi all’anno. In Francia, per esempio, se ne contano 25 mila all’anno. Dal lancio a oggi, la capsula endoscopica ingeribile è disponibile in quattro modelli, ognuno dei quali per un segmento dell’apparato digerente (piccolo intestino, colon, esofago) o per una specifica patologia (malattia di Crohn).

Le indicazioni della videocapsula endoscopica

“La videocapsula consente di vedere un tratto dell’apparato digerente prima sconosciuto. Ci ha consentito di entrare nel piccolo intestino, lungo circa 6 metri, che un tempo poteva essere indagato solo tramite la radiologia o l’intervento chirurgico”, dice Renato Cannizzaro, direttore della Gastroenterologia oncologica sperimentale presso il Centro di riferimento oncologico di Aviano. Le indicazioni per il suo utilizzo sono: sanguinamento dell’apparato digerente oscuro non a carico dell’esofago, dello stomaco e del colon e in tutti i casi non rilevabili con colon e gastroscopia. Negli ultimi anni, poi, le indicazioni si sono allargate. Si è notato che può essere utile quando c’è una celiachia che non risponde al trattamento, nei casi di malattia di Crohn difficili da diagnosticare, in caso di malattie genetiche che possono portare al tumore dell’intestino o se si sospetta la presenza di polipi…”

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Fonte: “Videocapsula endoscopica, il futuro è nel regime ambulatoriale”, ABOUTPHARMA

Tratto dahttps://www.aboutpharma.com/blog/2018/02/16/videocapsula-endoscopica-futuro-nel-regime-ambulatoriale/