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Tumore del sangue: CAR-T therapy, la grande speranza per chi ha un tumore del sangue

È un trattamento sperimentale per alcuni tumori, che potrebbe rappresentare un’alternativa per malati che non hanno tratto benefici da terapie convenzionali. Prevede il prelievo di linfociti T dal paziente, la loro modificazione genetica per renderli in grado di riconoscere e uccidere in modo selettivo le cellule tumorali, e la successiva infusione nel malato. I nuovi casi di tumori del sangue diagnosticati ogni anno in Italia sono 33mila

Tentata in un bambino a Roma

«Si tratta di una terapia cellulare, destinata a pazienti con tumori giunti a stadi molto avanzati, che prevede il prelievo dei linfociti T del malato, che vengono rimaneggiati in laboratorio in modo tale da renderli capaci di riconoscere in modo selettivo le cellule tumorali. In pratica, tramite un virus non patogeno, viene introdotto nei linfociti T un gene che produce un recettore, chiamato CAR (Chimeric antigen receptor), che riconosce una proteina espressa sulle cellule cancerose. I linfociti così rimaneggiati e potenziati vengono reinfusi nel paziente e cominciano la loro battaglia contro il tumore» spiega Paolo Corradini, direttore del Dipartimento di oncologia e onco-ematologia dell’Università degli Studi di Milano e presidente della Società italiana di ematologia.

All’Ospedale Bambino Gesù di Roma il trattamento sperimentale è stato eseguito su un bambino di 4 anni affetto da leucemia linfoblastica acuta, che non rispondeva alle terapie convenzionali. La «CAR-T therapy» era stata già impiegata nell’agosto 2016 all’ospedale di Monza su un altro bimbo con lo stesso tipo di tumore del sangue. Trattandosi di una cura che è ancora in fase di sperimentazione clinica, servono molti mesi per poter parlare di guarigione.

In cosa consiste la tecnica

1) Prelievo dei linfociti T: il paziente viene sottoposto a un prelievo e dal suo sangue vengono estratti i linfociti T (un particolare tipo di globuli bianchi), mediante una tecnica chiamata linfocitoaferesi;
2) modificazione genetica dei linfociti T: con l’aiuto di un vettore virale (un virus particolare, privato della sua componente dannosa), viene introdotto, all’interno dei linfociti T prelevati, un gene che gli permette di riconoscere le cellule tumorali;
3) il recettore CAR: i linfociti CAR-T ottenuti esprimono sulla propria superficie il recettore CAR (Chimeric antigen receptor), che riconosce una proteina tipica delle cellule cancerose (antigene CD 19);
4) moltiplicazione e infusione dei linfociti CAR-T: i linfociti CAR-T vengono coltivati in laboratorio, fatti moltiplicare e quindi reinfusi nell’organismo del paziente, dove dovrebbero distruggere in modo mirato le cellule tumorali.

I rischi della terapia

Questa terapia cellulare può portare a una remissione completa e duratura, ma comporta alcuni rischi: i linfociti CAR-T reinfusi possono creare reazioni nell’organismo dei pazienti (sindrome da rilascio di citochine). Possibili complicanze possono essere risolte solo se i pazienti vengono seguiti in centri con grande esperienza.
«Sebbene possa trasformare in curabile, e persino guaribile, un paziente ormai dato per spacciato, la CAR-T therapy può avere delle complicanze molto gravi che, se non gestite da equipe con grande esperienza specifica, possono risultare fatali – dice Corradini -. Mi riferisco, in particolare, alla sindrome da rilascio di citochine, causata da una risposta immunitaria eccessiva in seguito all’infusione dei linfociti T modificati. La grande potenza e velocità di azione di queste cellule può, infatti, creare violente reazioni nell’organismo dei pazienti, con il rilascio di citochine infiammatorie e lo sviluppo di tutta una serie di sintomi che vanno disturbi simil-influenzali lievi o moderati, facilmente gestibili, a manifestazioni più gravi e pericolose per la vita»…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “CAR-T therapy, la grande speranza per chi ha un tumore del sangue”, CORRIERE DELLA SERA / SPORTELLO CANCRO

Tratto dahttp://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/cards/car-t-therapy-grande-speranza-chi-ha-tumore-sangue/tentata-un-bambino-roma_principale.shtml