Il Comitato I Malati Invisibili è presente e attivo nel territorio nazionale da aprile 2014.

(+39) 000 0000 000

info@imalatiinvisibili.it
16129 Genova (IT)

Salva

Articoli recenti

CF 95173870106

info@imalatiinvisibili.it

16129 Genova (IT)

Disabilità – Residenze sanitarie – «La mia vita non è una degenza»

Beppe è il portiere senza braccia né gambe della squadra di calcio della Fondazione Don Gnocchi di Milano. Valerio invece fa teatro nella Rsd di Inzago della Sacra Famiglia. Storie di chi vive in una residenza sanitaria per disabili

Beppe F. è il portiere senza braccia né gambe della squadra di calcio della Fondazione Don Gnocchi di Milano: è bravo a parare i palloni con il corpo. Vive e lavora in una residenza sanitaria per disabili, più esattamente il Centro “Santa Maria Nascente”, e si ritiene soddisfatto della sua esistenza che trascorre tra un impiego alla reception, qualche attività socio-ricreativa e tanto sport. Classe 1964, focomelico a causa di un farmaco, Beppe abita alla Don Gnocchi fin da quando aveva 15 anni: una decisione presa dalla sua famiglia. «Da giovane ho frequentato un laboratorio occupazionale di falegnameria qui in fondazione – racconta lui, aiutato dalla coordinatrice della struttura Paola Fumagalli –: ho imparato a tagliare il legno con il traforo elettrico e poi a costruire oggetti prefustellati. Dopodiché sono diventato aiuto-magazziniere, mentre ora lavoro allo sportello informativo dell’Istituto “Santa Maria Nascente”, dove accompagno gli utenti in ambulatorio o in reparto e controllo che nessuno parcheggi nei posti riservati alle persone disabili. Quando succede lascio un bigliettino che avvisa della possibilità di ricevere una multa a breve, se l’auto non verrà spostata». Ma è lo sport la sua vera passione: Beppe, infatti, gioca anche a hockey in carrozzina nella squadra milanese della Uildm (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare). E poi non mancano le gite e le vacanze estive con gli altri ospiti, grazie alle associazioni che gravitano intorno alla struttura.

Per alcuni è una scelta

La storia di Valerio C. invece e diversa. Ha 51 anni, è in carrozzina elettrica per via di un incidente in moto nel 1999 ed è uno dei quaranta ospiti della Rsd della sede di Inzago della Fondazione Sacra Famiglia, sempre nel milanese. Una struttura che è nata nel 2009 su iniziativa della Lega italiana sclerosi multipla ma che accoglie anche persone con altri tipi di malattie neurodegenerative o altre disabilità. «Dopo l’incidente era impensabile per me poter tornare a casa – racconta –: ci sarebbero state le spese per adattare l’appartamento, i costi dell’assistenza a domicilio e non volevo certo essere un peso per la mia famiglia. Sono quasi nove anni che sto qui a Inzago: questa è la terza struttura che giro ed è quella in cui mi trovo meglio». Il motivo? Probabilmente per le attività che offre: «A parte un po’ di fisioterapia, la mattina si leggono e si commentano i quotidiani e insieme ad altri ospiti faccio teatro con il gruppo “Gli scarrozzati” (andiamo in scena con circa 3-4 spettacoli l’anno), tengo un’ora di intrattenimento a settimana su Radio Cernusco Stereo e partecipo a un programma di educazione stradale nelle scuole. Inoltre gli orari sono abbastanza liberi, per cui spesso esco a fare una passeggiata. Anche noi dobbiamo metterci del nostro». Nella Rsd di Inzago della Fondazione Sacra Famiglia, poi, c’è un’altra bella tradizione: «Quella di invitare alcuni personaggi famosi a fare un po’ di intrattenimento qui – spiega Paolo De Gregorio, uno degli educatori –. Come per esempio Gianni Morandi, Claudio Bisio, Platinette, Alex e Franz, solo per fare qualche nome».

Cosa sono le Rsd

Che le si chiami residenze sanitarie per disabili, centri o servizi socio-riabilitativi residenziali, case protette o comunità socio sanitarie, in base alla regione in cui si vive e al grado di disabilità, si tratta pur sempre di strutture destinate a ospitare 24 ore su 24 persone disabili tra i 18 e i 65 anni che necessitano di un aiuto continuo e risultano prive del necessario supporto familiare o non sono nelle condizioni di restare nella propria abitazione…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Residenze sanitarie per disabili: «La mia vita non è una degenza»”, CORRIERE DELLA SERA / DISABILITA’

Tratto dahttp://www.corriere.it/salute/disabilita/18_febbraio_03/residenze-sanitarie-disabili-la-mia-vita-non-degenza-1a8ea938-08f6-11e8-8b93-b872f63dbb4d.shtml