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Diabete di tipo 2 – Empagliflozin, riduzione mortalità cardiovascolare

Il forte effetto di empagliflozin nel ridurre la mortalità cardiovascolare (CV) in pazienti con diabete di tipo 2 ad alto rischio di eventi vascolari sembra risultare in gran parte dall’effetto del farmaco sul volume plasmatico. È quanto emerge da una nuova ricerca pubblicata su “Diabetes care” e, in particolare, da un’analisi post-hoc dello studio EMPA-REG OUTCOME, originariamente presentato in parte alle sessioni scientifiche dell’American Diabetes Association (ADA) 2016

«EMPA-REG OUTCOME, che ha coinvolto 7.020 pazienti con diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari, è stato progettato principalmente per soddisfare il requisito della US Food and Drug Administration (FDA) per i nuovi farmaci antidiabetici di dati atti a dimostrare la sicurezza CV e non per dimostrare meccanismi di superiorità o chiarimenti» ricordano gli autori, guidati da Silvio E. Inzucchi, della Yale University School of Medicine, New Haven, Connecticut.

In effetti, aggiungono, il rapporto del 2015 di una riduzione del 38% della mortalità CV rispetto al placebo a 3 anni con empagliflozin è stato inizialmente accolto con stupore dai ricercatori e dalla comunità medica. Da allora, esperti di diabete e cardiologia hanno discusso il meccanismo alla base dell’inatteso beneficio i sopravvivenza.

Sorprendente dimensione dell’effetto sull’ematocrito
In questa nuova analisi (1), Inzucchi e colleghi hanno scoperto che circa la metà del beneficio di mortalità di empagliflozin, inibitore del cotrasportatore sodio glucosio di tipo 2 (SGLT-2i), può essere spiegato dai cambiamenti dell’ematocrito e dell’emoglobina (51,8% e 48,9% rispettivamente) e con minori contributi da variazioni di acido urico, glucosio plasmatico e HbA1c (massimo 29,3%).

Al contrario, i cambiamenti in alcuni tradizionali fattori di rischio cardiovascolare, tra cui obesità, pressione sanguigna, lipidi e funzionalità renale, hanno svolto solo ruoli minori. «In particolare» sottolineano Inzucchi e colleghi «il cambiamento dell’ematocrito era di circa il 3% nel braccio empagliflozin, probabilmente un riflesso di una diminuzione del volume plasmatico»…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Empagliflozin, riduzione della mortalità cardiovascolare attribuibile a diminuzione del volume plasmatico”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/cardio/empagliflozin-riduzione-della-mortalit-cardiovascolare-attribuibile-a-diminuzione-del-volume-plasmatico-25967