Gotta – Quanto è sicuro trattamento ‘T2T’ con ‘allopurinolo’ in pazienti con nefropatia cronica?
“Il trattamento T2T con allopurinolo è un’opzione terapeutica sicura ed efficace per ridurre l’iperuricemia nella gotta anche in pazienti con clearance della creatinina (CrCL) <30 mL/min. Questo il risultato principale di un’analisi post-hoc di recente pubblicazione su Arthritis Research & Therapy
Questo il risultato principale di un’analisi post-hoc di recente pubblicazione su Arthritis Research & Therapy (1) che, pur ribadendo che la strategia impiegata di titolazione della dose verso l’alto di questo farmaco in pazienti con nefropatia cronica è una prassi sicura, ha peraltro documentato come in questi pazienti sia raramente necessario raggiungere dosaggi elevati, a differenza dei pazienti gottosi con funzioni renali nella norma.
L’impiego di allopurinolo nei pazienti nefropatici è oggetto di controversie nella gestione della gotta
L’allopurinolo rappresenta il farmaco ipouricemizzante maggiormente utilizzato nella pratica clinica. Per quanto il farmaco sia approvato dalla FDA statunitense al dosaggio giornaliero di 800 mg, molto raramente si raggiungono nella pratica clinica reale dosi giornaliere >300 mg in ragione del timore di incorrere in eventi avversi, compresa l’insorgenza, per quanto rara, della sindrome di ipersensitività all’allopurinolo (AHS).
Mentre sia le raccomandazioni dell’ACR (American College of Rheumatology) che quelle di EULAR (European League Against Rheumatism) concordano nel considerare il trattamento ipouricemizzante con allopurinolo un trattamento di prima linea nella gotta, le due LG sopra citate divergono sulle modalità di trattamento dei pazienti gottosi affetta anche da CKD: le LG ACR, infatti, raccomandano l’adozione di una strategia di trattamento basata sulla titolazione della dose verso l’alto anche in questo caso, mentre quelle ACR raccomandano una riduzione della posologia di somministrazione di allopurinolo nei pazienti gottosi nefropatici cronici, guidata dalla clerance di creatinina (CrCL).
“Questa discrepanza – spiegano gli autori dello studio – è dovuta all’esistenza di preoccupazioni relative ad un maggior rischio di insorgenza di eventi avversi (AE), come la sindrome da ipersensitività ad allopurinolo (AHD), nonché dalla presenza di dati limitati sull’impiego di questo farmaco ipouricemizzante nella CKD”.
Uno studio pubblicato lo scorso anno dalla stessa equipe di ricercatori, aveva dimostrato l’efficacia e la sicurezza, anche in pazienti gottosi nefropatici (pari al 52% della popolazione totale del trial), della strategia di trattamento T2T con allopurinolo a dosi crescenti (2).
L’obiettivo di questa analisi post-hoc del trial sopra-menzionato è stato quello di determinare l’effetto della funzione renale al basale sulla sicurezza e l’efficacia di questa strategia di titolazione del farmaco ipouricemizzante.
Disegno del trial
Lo studio, un trial clinico randomizzato, aveva reclutato 183 pazienti gottosi trattati per almeno un mese a dosi di allopurinolo basate sulla CrCL e con livelli di uricemia (SU) ≥6 mg/dL…”
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Fonte: “Gotta e allopurinolo, quanto è sicuro il trattamento T2T nei pazienti con nefropatia cronica?”, PHARMASTAR