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Malattia arteriosa periferica (PAD) – Uso di statine ad alta intensità riduce del 30-40% rischio di perdita di arti e decesso

L’uso di statine ad alta intensità al momento della diagnosi di malattia arteriosa periferica (PAD) è associato a una riduzione significativa di perdita degli arti e mortalità rispetto agli utilizzatori di statine a bassa-moderata intensità e ai pazienti trattati solo con farmaci antipiastrinici (AP) ma non con statine. Lo dimostra per la prima volta uno studio basato sulla popolazione, pubblicato online su “Circulation”

Una patologia molto diffusa e molto grave ma poco studiata
«La PAD è una sindrome aterosclerotica molto diffusa che colpisce da 8 a 12 milioni di individui negli Stati Uniti ed è associata a disabilità, morbilità e mortalità significative» scrivono gli autori, coordinati da Shipra Arya, della Divisione di Chirurgia Vascolare e Terapia Endovascolare del Dipartimento di Chirurgia dell’Emory University School of Medicine di Atlanta (USA).

Sempre negli Usa, continuano, vengono effettuate ogni anno 148.000 amputazioni maggiori a causa della PAD. «Nonostante gli esiti significativi cardiovascolari e a livello degli arti inferiori, nella PAD vi è una scarsa modificazione dei fattore di rischio rispetto ad altre malattie aterosclerotiche come la coronaropatia (CAD) o l’ictus».

«Nel 2013, le linee guida dell’American Heart Association/American College of Cardiology (AHA/ACC) sul trattamento del colesterolo nel sangue per ridurre il rischio cardiovascolare aterosclerotico negli adulti raccomandavano che tutti i pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica apparente dovessero essere avviati a un trattamento con statine ad alta intensità» ricordano. «Le linee guida indicavano che il livello di evidenza per la PAD era basso».

«L’Heart Protection Study» fanno notare Arya e colleghi «è l’unico studio randomizzato volto a includere un gran numero di pazienti con PAD e ha dimostrato una riduzione della frequenza dei primi eventi vascolari maggiori e periferici in una sottocoorte di pazienti con PAD trattati con simvastatina».

La PAD rimane una malattia sottostudiata e la maggior parte dei dati o delle stime di rischio sono ottenuti da sottocoorti di pazienti CAD o isolati da stime di gruppi di popolazione, sostengono. Le stesse linee guida sulla dose sulle statine per i pazienti con PAD, come detto, si basano in gran parte su dati relativi a CAD e ictus…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Arteriopatia periferica, l’uso di statine ad alta intensità riduce del 30-40% il rischio di perdita di arti ed exitus”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/cardio/arteriopatia-periferica-luso-di-statine-ad-alta-intensit-riduce-del-30-40-il-rischio-di-perdita-di-arti-ed-exitus–25780