Sindrome di Lennox-Gastaut (LGS) – La complessa titolazione della dose di clobazam
“In pazienti affetti da sindrome di Lennox-Gastaut (LGS), aumenti del dosaggio di clobazam pari o superiori al 20% nel corso di un trattamento a lungo termine hanno migliorato il controllo delle crisi in più dell’80% dei pazienti con LGS che hanno risposto a clobazam nel corso di una fase preliminare. Riportato su “Epilepsy and Behavior”, è questo il risultato principale di un’analisi post hoc dello studio di estensione in aperto OLE
«Data le complessità nel gestire le comorbilità associate alla sindrome di Lennox-Gastaut (LGS) – tipi di convulsioni multiple associate che tendono a essere refrattarie alla dose di trattamento – l’ottimizzazione dell’uso dei farmaci antiepilettici (AED) nei pazienti colpiti da LGS costituisce una sfida» sottolineano in apertura gli autori, coordinati da Robert T. Wechsler, dell’Idaho Comprehensive Epilepsy Center, a Boise (USA).
«In assenza di dati di trial clinici sull’ottimizzazione del dosaggio di AED in pazienti con LGS, la titolazione della dose è guidata dall’esperienza personale, dall’evidenza aneddotica e da specifici fattori del paziente, quali età, patologie concomitanti e farmaci, tipi di crisi, e così via» proseguono i ricercatori.
Clobazam, ricordano, è una benzodiazepina disponibile da diversi decenni per uso ansiolitico e che nel 2011 è stata approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) al dosaggio da 10 a 40 mg/die come trattamento add-on per le convulsioni associate alla LGS. L’agente ha azione GABA (acido gamma-aminobutirrico) -agonista e quindi amplifica l’azione inibitoria del GABA a livello del sistema nervoso centrale.
L’obiettivo di questo studio, spiegano, è stato quello di determinare se un aumento del 20% di clobazam aggiuntivo fosse un parametro di riferimento ragionevole per una migliore risposta convulsiva nei pazienti con LGS che avevano risposto al trattamento con clobazam in add-on in un periodo preliminare (lead-in) di 12 settimane.
Due studi pivotali preliminari, un trial di estensione in aperto e un’analisi post hoc
Si è trattato, come accennato, di un’analisi post hoc di dati provenienti da uno studio di estensione a lungo termine in aperto (OLE), nella quale sono stati inclusi i pazienti che avevano completato uno dei due studi pivotali preliminari (lead-in) con clobazam.
«Nel corso degli studi preliminari, i pazienti avevano ricevuto placebo o clobazam (0,25, 0,50 o 1,0 mg/kg/die) fino a un massimo di 40 mg/die» spiegano gli autori. «Durante l’OLE, i pazienti avevano ricevuto clobazam fino a 2,0 mg/kg/die, fino a un massimo di 80 mg/die)»…”
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Fonte: “La complessa titolazione della dose di clobazam nella sindrome di Lennox-Gastaut, dall’empirismo all’EBM”, PHARMASTAR