Mieloma multiplo – Terapia di mantenimento con elotuzumab e lenalidomide dopo trapianto autologo, migliora le risposte
“Una terapia di mantenimento con elotuzumab e lenalidomide dopo un trapianto autologo di cellule staminali migliora la qualità della risposta ottenuta con la terapia di induzione nei pazienti con mieloma multiplo. È quanto emerge da uno studio di fase II presentato ad Atlanta in occasione dell’ultimo congresso annuale dell’American Society of Hematology (ASH)
In questo studio, 25 dei 68 pazienti trattati con questa combinazione come terapia di mantenimento hanno ottenuto miglioramenti della risposta e il 20% dei pazienti è arrivato a ottenere una risposta completa o una risposta completa rigorosa.
“Questo miglioramento nella risposta è senza dubbio l’effetto combinato del trapianto di cellule staminali e il mantenimento con lenalidomide più elotuzumab” ha detto Sheeba Thomas, del Dipartimento Linfoma/Mieloma dell’MD Anderson Cancer Center di Houston.
“Il numero di pazienti che hanno raggiunto la risposta completa potrebbe essere sottostimato a causa dell’interferenza di elotuzumab con le misurazioni elettroforetiche. Diciannove pazienti su 33 che non avevano ottenuto una risposta completa avevano le paraproteine GK e 17 su 19 mostravano un’ottima risposta parziale” ha aggiunto la professoressa.
Dopo un follow-up mediano di 23 mesi, la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana e la sopravvivenza globale (OS) mediana non sono state raggiunte, mentre la PFS stimata a 2 anni è dell’88%.
Due studi chiave di fase III, pubblicati nel 2012, hanno mostrato che un mantenimento con l’immunomodulatore lenalidomide ha migliorato in modo significativo la PFS rispetto al placebo dopo il trapianto autologo. Tuttavia, solo lo studio CALGB 100104 ha mostrato un miglioramento dell’OS “forse a causa della durata maggiore della terapia con lenalidomide” ha osservato la Thomas.
Elotuzumab è un anticorpo monoclonale IgG 1 umanizzato diretto contro la glicoproteina di superficie SLAMF7 e dotato, si pensa, di un duplice meccanismo d’azione: legandosi a SLAMF7, attiva direttamente le cellule natural killer, ma non le cellule del mieloma, e, attivando le cellule natural killer via CD16, consente l’uccisione selettiva delle cellule di mieloma tramite una citotossicità cellulare anticorpo-dipendente…”
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Fonte: “Mieloma multiplo: dopo il trapianto, risposte più profonde con un mantenimento con elotuzumab e lenalidomide”, PHARMASTAR