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Sanguinamento acuto da anticoagulanti orali – Come comportarsi di fronte a questa emergenza?

Una expert consensus dell’American College of Cardiology, appena pubblicata su JACC, ha redatto l’algoritmo per la gestione dei sanguinamenti, siano essi maggiori o minori, causati dai vecchi e dai nuovi anticoagulanti. Il documento, dal taglio molto pratico, guida il medico attraverso la valutazione del grado di sanguinamento, le strategie di contenimento dell’emergenza (compresi gli ‘antidoti’ in fase di sviluppo) e la decisione del se e quando riprendere la terapia anticoagulante

Gli anticoagulanti orali sono farmaci salvavita nel trattamento e nella prevenzione di trombosi e tromboembolismo in vari condizioni (es. fibrillazione atriale non valvolare e tromboembolismo venoso). Ma presentano un pericoloso risvolto della medaglia, quello del sanguinamento, che si presenta all’improvviso e a volte in maniera catastrofica. Come comportarsi di fronte a queste emergenze?

Varie review hanno dimostrato che i nuovi anticoagulanti orali (NAO) hanno un profilo rischio-beneficio migliore rispetto ai vecchi antagonisti della vitamina K (VKA, es. warfarin) e alle eparine a basso peso molecolare; di recente poi si sono resi disponibili degli antidoti specifici per i nuovi anticoagulanti, preziosi per il controllo di eventuali complicanze emorragiche.

Alla luce di queste considerazioni, è stata organizzata dall’ACC una Anticoagulation Consortium Roundtableche ha portato alla redazione di un expert consensus su questioni di pratica clinica quotidiana inerenti al controllo del sanguinamento (sia da VKA che da NAO) nei pazienti in terapia con anti-coagulanti orali, presentata come algoritmo terapeutico. I cardiologi dell’American College of Cardiology hanno messo a punto un documento specifico, l’Expert Consensus Decision Pathway on Management of Bleeding in Patients on Oral Anticoagulants appena pubblicato sull’organo ufficiale di questa importante società scientifica, JACC.

Il documento appena pubblicato fa riferimento sia ai sanguinamenti maggiori, che a quelli minori.
I sanguinamenti maggiori sono quelli associati a compromissione emodinamica, che si verificano in una sede critica (es. intracranici) o che siano associati ad un calo ≥ 2 grammi/dl di emoglobina o che richiedano la trasfusione di ≥ 2 unità di globuli rossi.
sanguinamenti minori  sono tutti gli altri.

L’algoritmo di trattamento prevede una prima fase di valutazione della gravità del sanguinamento, seguita dalla fase di controllo del sanguinamento e infine dalla fase nella quale si deve decidere se e quando riprendere la terapia anti-coagulante…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Sanguinamento acuto da anticoagulanti orali: le linee guida Usa su come gestirlo”, Quotidiano sanità

Tratto dahttp://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=56570