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Non autosufficienza – Aumentano differenze nei servizi a livello regionale

Al Sud aumentano gli utenti dell’assistenza domiciliare integrata. Le residenze al Nord perdono utenti, mentre al Sud sono in costante sviluppo. Calano i beneficiari dell’indennità di accompagnamento, con tassi più elevati al Sud. I dati del 6° Report sull’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia

BOLOGNA – Negli ultimi anni l’assistenza domiciliare integrata ha aumentato i tassi di utenza soprattutto nel Meridione, ma le regioni del Nord rimangono molto indietro rispetto all’intensità (ore di assistenza annuali) del servizio. Il Servizio di assistenza domiciliare registra una separazione netta tra il Settentrione, dove ci sono tassi di copertura più elevati e bassa spesa pubblica per utente, e il Centro Sud con percentuali basse di utenti ma un’alta intensità. Per l’assistenza residenziale, il Nord Italia sta progressivamente perdendo porzioni significative di utenti non autosufficienti, a fronte di un Centro Sud in lieve ma costante sviluppo (pur con livelli di assistenza molto bassi). Per l’indennità di accompagnamento il trend nazionale è di un calo sostanziale dei beneficiari, con il Meridione ancora con tassi decisamente più alti della media italiana. È il quadro che emerge dal 6° Rapporto sull’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia, curato dal Network non autosufficienza e promosso dalla Fondazione Cenci Gallingani (Maggioli editore) presentato in occasione della nona edizione del Forum sulla non autosuficienza (e sull’autonomia possibile) a Bologna. “L’indicazione principale che emerge dai dati è quella di un sistema di Long Term Care che sta aumentando le differenze e le frizioni tra le varie aree geografiche del Paese”.

Il target di riferimento. Gli anziani sono una parte crescente della popolazione italiana: oggi gli over 65 sono il 22% del totale e arriveranno al 34% entro il 2050 (previsioni Istat). Crescerà anche l’indice di vecchiaia cioè il rapporto percentuale tra la popolazione anziana (+65) e quella più giovane (0-14): oggi è 161, mentre nel 2050 si prevede raggiungerà il 283%. Ciò significa che ci saranno quasi 3 anziani over 65 per ogni giovane fino al 14 anni. “Le conseguenze di questo progressivo invecchiamento stanno conferendo una nuova struttura alla popolazione italiana e ai suoi bisogni con effetti che interessano gran parte dei settori della società e con nuovi equilibri da trovare tra i diversi gruppi anagrafici”. Tra le conseguenze più rilevanti c’è la crescita dei bisogni sanitari e socio-assistenziali degli individui in condizioni di fragilità, circa 2,5 milioni di anziani non autosufficienti (Istat 2014). I sostegni disponibili sono: servizi pubblici di assistenza continuativa, caregiver familiari (oltre 3,3 milioni), assistenti familiari (circa 830 mila). Più della metà della spesa va in trasferimenti monetari e non in servizi.

Assistenza domiciliare integrata. Gli utenti dell’Adi (erogazione di trattamenti sanitari e socio-sanitari presso il domicilio della persona non autosufficiente, servizio compreso nei Lea) erano il 4,8% della popolazione over65 in Italia, con una marcata differenza regionale: un gruppo di regioni ha tassi più alti della media (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Basilicata), un gruppo intorno alla media (Umbria, Lazio, Abruzzo, Sicilia), un altro ha livelli di utenza più bassi. La differenziazione permane anche per quanto riguarda l’intensità del servizio (media ore per visite domiciliari all’anno per singolo utente). Solo Lombardia e Lazio registrano un’intensità intorno alla media nazionale di 17 ore annuali, mentre la maggior parte hanno intnsità oltre le 23 ore nel Centro Sud, in Valle d’Aosta e in Liguria. Nel resto del Nord la media scende molto, con i livelli più bassi nel Nord Est e in Toscana, proprio dove la copertura del servizio è più alta. Tra il 2007 e il 2013 la copertura del servizio è moderatamente aumentata nella maggior parte del Paese, con incrementi maggiori in Toscana (+8,5%), in Emilia-Romagna (+4,7%), Sicilia (+3,1%), mentre una contrazione importante riguarda il Nord Est e le Marche (tra -0,4% e -1%). Anche l’evoluzione dell’intensità è tutt’altro che lineare: molte regioni hanno visto cali rilevanti delle ore, in 7 casi con un calo di oltre un terzo dell’assistenza nel periodo…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Non autosufficienza, aumentano le differenze nei servizi a livello regionale”, SuperAbile INAIL

Tratto dahttps://www.superabile.it/cs/superabile/normativa-e-diritti/20171123-report-non-autosuff-in-italia.html