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Sclerosi multipla (SM) – Valido monitoraggio del trattamento con DMF dalla conta assoluta dei linfociti

Nei pazienti affetti da sclerosi multipla (SM) in trattamento con dimetilfumarato (DMF), la riduzione dei valori della conta assoluta dei linfociti (ALC) a 3 e 6 mesi dopo l’inizio della terapia sembrano essere associati a miglioramenti clinici e radiologici. Questi dati possono aiutare a fornire una migliore comprensione sia della sicurezza che dell’efficacia del DMF. È la conclusione di uno studio pubblicato su “Neurology, Neuroimmunology, and Neuroinflammation”

«Nonostante il meccanismo d’azione del DMF non sia completamente chiarito» affermano gli autori, coordinati da Darin T. Okuda, del Dipartimento di Neurologia e Neuroterapia e Centro Clinico per la Sclerosi Multipla dell’UT Southwestern Medical Center, a Dallas (USA) «è noto che questo farmaco causi una riduzione della conta totale dei bianchi (WBC) e dell’ALC».

Vari casi di leuconcefalopatia multifocale progressiva (PML) si sono verificati in pazienti trattati con DMF con linfopenia sostenuta (superiore a 6 mesi), ricordano Okuda e colleghi. Mentre la maggior parte dei casi sono occorsi in pazienti con ALC inferiore a 500 cellule/mcl, casi di PML correlati al fumarato si sono sviluppati con valori di ALC elevati fino a 792 cellule/mcl, sottolineando la necessità di un’accurata sorveglianza.

«Come in molti trattamenti immunomodulatori, il DMF influenza differenti target, avendo proprietà antinfiammatorie e immunomodulatorie, insieme a effetti neuroprotettivi» proseguono gli autori. «In ogni caso, questo non spiega completamente le riduzioni di ALC e dei sottogruppi di linfociti».

«Dato che le cellule B e T contribuiscono alla patogenesi della SM, è concepibile che qualche grado dell’effetto terapeutico possa essere correlato alla riduzione della conta di queste cellule» affermano i ricercatori. Okuda e colleghi, pertanto, in questo studio hanno valutato il profilo temporale dei cambiamenti assoluti e dei sottogruppi dei linfociti dall’inizio dell’esposizione al DMF e il rapporto tra queste caratteristiche e le misure di malattia cliniche e radiologiche.

Valutato il rapporto tra conteggi delle cellule e misure di attività di malattia
È stato condotto uno studio retrospettivo su pazienti con diagnosi esistente di SM e una storia di esposizione a DMF da un unico Centro SM. I dati demografici, laboratoristici e quelli corrispondenti alle recidive cliniche e di risonanza magnetica (RM) sono state registrati dal basale e a intervalli di 3-4 mesi dopo l’inizio del trattamento con estensione a 3 anni.

Per valutare le correlazioni longitudinali tra i conteggi delle cellule e le misure di attività di malattia i ricercatori hanno fatto uso del coefficiente per ranghi di Spearman e di modelli a effetti misti…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “SM, valido monitoraggio del trattamento con DMF dalla conta assoluta dei linfociti”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/sm-valido-monitoraggio-del-trattamento-con-dmf-dalla-conta-assoluta-dei-linfociti–25144