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Ca mammario avanzato – L’aggiunta di abemaciclib alla terapia ormonale allontana la progressione e aumenta la risposta

L’aggiunta di abemaciclib, un inibitore delle chinasi ciclina-dipendenti di tipo 4 e 6 (CDK 4/6), alla terapia endocrina con l’inibitore dell’aromatasi anastrozolo o letrozolo ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e ridotto del 46% il rischio di progressione o morte rispetto alla sola terapia endocrina in donne in post-menopausa con un tumore al seno avanzato HR-positivo ed HER2-negativo (HR+/HER2-), non trattate in precedenza, nello studio multicentrico internazionale MONARCH 3

Il trial, presentato a Madrid in un Presidential Symposium durante il congresso annuale della European Society for Medical Oncology (ESMO), suggerisce anche che se, sebbene la maggior parte delle pazienti abbia ottenuto un beneficio sostanziale dall’aggiunta di abemaciclib alla terapia endocrina di prima linea, circa un terzo potrebbe non averne bisogno e potrebbe quindi essere trattata inizialmente solo con l’inibitore dell’aromatasi, tenendo abemaciclib per la seconda linea, una volta che la paziente recidiva.

Dopo il PALOMA-2, su palpociclib, e MONALEESA-2, su ribociclib, “MONARCH 3 è il terzo studio che dimostra come la combinazione dell’endocrinoterapia con un inibitore di CDK 4/6 sia migliore della terapia endocrina da sola” ha affermato il primo autore del trial, Angelo Di Leo, del Dipartimento di Oncologia Medica Sandro Pitigliani dell’Ospedale di Prato-Istituto Toscano Tumori.

Perché un terzo inibitore di CDK 4/6?
Palpociciclib e ribociclib sono già approvati in questo setting sia negli Stati Uniti sia in Europa. Perché, dunque, studiare un altro inibitore di CDK 4/6? “Abemaciclib è un po’ diverso rispetto agli altri farmaci della classe già testati in quanto è 14 volte più potente su CDK 4 rispetto a CDK 6” ha spiegato Di Leo a noi di Pharmastar.
“Sulla base di questa caratteristica ci aspettavamo innanzitutto un diverso profilo di tossicità, con meno neutropenia, visto che il farmaco inibisce poco CDK 6, e poi, potenzialmente, anche un’attività superiore, perché CDK 4 è l’enzima che si vuole inibire preferenzialmente, essendo quello che ha un ruolo prevalente nella stimolazione della crescita tumorale” ha proseguito l’oncologo.

Abemaciclib si è già dimostrato attivo in monoterapia in pazienti con un cancro al seno pesantemente pretrattate, dopo la terapia endocrina e la chemioterapia. Inoltre, nello studio MONARCH 2 su pazienti progredite dopo una precedente terapia endocrina, il trattamento con abemaciclib in combinazione con fulvestrant ha portato a un miglioramento significativo della PFS e delle percentuali di risposta.

Lo studio MONARCH 3
MONARCH 3 è un trial di fase III, randomizzato, controllato e in doppio cieco, che ha coinvolto 493 donne in post-menopausa affette da un tumore al seno HR+/HER2- recidivato in sede locoregionale o metastatico, mai trattate prima per la malattia metastatica, mentre era consentita dal protocollo una precedente terapia endocrina adiuvante. Le partecipanti sono state assegnate in rapporto 2:1 al trattamento continuativo con abemaciclib 150 mg due volte al giorno o un placebo, in entrambi i casi in aggiunta a 1 mg di anastrozolo o 2,5 mg di letrozolo una volta al giorno…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Ca mammario avanzato, abemaciclib aggiunto alla terapia ormonale allontana la progressione e aumenta la risposta. ESMO 2017”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/oncoemato/ca-mammario-avanzato-abemaciclib-aggiunto-alla-terapia-ormonale-allontana-la-progressione-e-aumenta-la-risposta-esmo-2017-24947