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Sclerosi multipla recidivante-remittente (RRSM) – Gli effetti indesiderati cardiaci di fingolimod non sono irreversibili

Fingolimod, farmaco usato per trattare la sclerosi multipla recidivante-remittente (RRSM), è noto per ridurre la modulazione autonomica dell’attività cardiaca e la sensibilità barocettiva, nonché attenuare le risposte cardio-vagali agli stimoli autonomici. Una domanda persistente è stata se questi effetti autonomici compromessi fossero permanenti o reversibili. Un nuovo studio – presentato a Kyoto (Giappone) durante il XXIII Congresso Mondiale di Neurologia (WCN, World Congress of Neurology) – indica che diversi mesi dopo la sospensione di fingolimod, le risposte non sono più differenti rispetto a quelle basali “pre-fingolimod” e sono quindi reversibili

«Studi importanti hanno cercato di individuare la causa dei casi molto rari di bradicardia o aritmia clinicamente rilevanti – hanno ricordato gli autori dello studio, guidati da Max Hilz, del Dipartimento di Neurologia dell’Università di Erlangen-Norimberga (Germania) – o anche di problemi cardiaci (come il blocco di conduzione) presenti fino allo 0,4% dei pazienti.

Le stime attuali parlano di una quota di pazienti fino al 2% che possono avere qualche compromissione della modulazione autonomica del cuore quando si riceve fingolimod. «Gli effetti autonomici del farmaco sono legati alla sua struttura simile allo sfingosina-1-fosfato (S1P)» hanno spiegato gli autori. «Fingolimod esercita le sue azioni, sia quelle volute sui linfociti nella RRSM sia quelli indesiderati sulle cellule cardiache, attraverso il recettore S1P».

«Nel caso degli effetti autonomici» hanno specificato «l’attivazione del recettore provoca l’efflusso di potassio dai miocardiociti, con conseguente iperpolarizzazione che rallenta la depolarizzazione portando così alla bradicardia».

Questo effetto di solito non è clinicamente rilevante tranne che nel tempo, hanno aggiunto, e in presenza di fingolimod questo recettore è desensibilizzato e perfino degradato. Di qui la domanda: quando il farmaco viene sospeso, la capacità da parte del cuore di rispondere alle difficili sollecitazioni è danneggiata in modo permanente? Secondo Hilz e colleghi, in base ai loro dati, la risposta è no.

Valutazioni condotte prima, durante e dopo il trattamento
In questa ricerca, sono stati studiati 10 pazienti con RRSM che hanno ricevuto fingolimod 0,5 mg/die per 6 mesi o più (range: 7-24,4 mesi; mediana: 17,3 mesi), ma hanno poi interrotto il farmaco a causa di una recidiva clinica o radiografica, effetti avversi o per altri motivi…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “SM, gli effetti indesiderati cardiaci di fingolimod non sono irreversibili”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/sm-gli-effetti-indesiderati-cardiaci-di-fingolimod-non-sono-irreversibili-24935