Artrite reumatoide e gestione delle infezioni da epatite B – Le raccomandazioni di una consensus italiana
“La SIR (Società Italiana di Reumatologia) e la SIMIT (Società Italiana delle Malattie Infettive e Tropicali) hanno appena pubblicato sulla rivista Joint Bone Spine alcune raccomandazioni, frutto di una consensus di esperti delle due società scientifiche, sulla gestione delle infezioni sostenute dal virus HBV nei pazienti affetti da artrite reumatoide
Considerando i risultati principali di questo lavoro, è emerso che, per quanto relativamente poco frequente, sia necessario prendere attentamente in considerazione la possibilità di una riattivazione dell’infezione dal virus HBV nei pazienti affetti da artrite reumatoide sottoposti a terapia immunosuppressiva. A tal riguardo, non sono state rilevate differenze significative del rischio di riattivazione di infezioni conclamate o occulte da virus HBV in relazione ad un particolare farmaco biologico utilizzato in questi pazienti, eccezion fatta per il rituximab, il cui impiego, in questi casi, dovrebbe soggiacere al principio di precauzione, mediante somministrazione del trattamento pieno nei casi HbsAg positivi e il ricorso alla profilassi antivirale in tutti i pazienti con AR venuti precedentemente a contatto con il virus.
Razionale della consensus italiana
“La risposta immunologica dell’ospite gioca un ruolo chiave nella storia naturale dell’infezione sostenuta dal virus HBV – si legge nell’introduzione del documento – . Il danno epatico è il risultato della tossicità cellulare immunitaria dell’ospite piuttosto che un effetto citopatico virale diretto”.
E’ noto, peraltro, come l’AR o il trattamento con farmaci biologici possa dar luogo ad immunosoppressione. Ciò rende conto del perchè i pazienti affetti da AR presentino un innalzamento del rischio di morbi- mortalità per infezioni.
“La prevalenza delle infezioni sostenute da HBV nei pazienti affetti da malattie reumatiche è ancora poco nota – continua l’introduzione del documento – Inoltre, lo screening di tutti i pazienti con AR per l’accertamento della condizione di sieropositività al virus non è effettuato a livello globalem per quanto considerato obbligatorio prima dell’inizio di qualsiasi trattamento immunosoppressivo o epatotossico”.
L’impiego ormai consolidato e diffuso dei farmaci immunosoppressori nei pazienti con AR e il prolungamento della loro aspettativa di vita hanno portato alla ribalta la necessità di regolare la gestione dell’infezione sostenuta dal virus dell’epatite B in questa patologia.
Per questi motivi, SIR e SIMIT, congiuntamente, hanno organizzato una consensus conference finalizzata a passare in rassegna l’evidenza disponibile in letteratura sull’argomento e produrre, di conseguenza delle raccomandazioni pratiche, da applicare in ambito ospedaliero.
Cenni sulla Metodologia impiegata
Quando gli aspetti di un trattamento o di un intervento terapeutico rimangono oggetto di discussione e controversie, si ricorre alla Consensus Conference che si realizza attraverso la produzione di rapporti di valutazione della letteratura scientifica, discussi da una “Giuria” composta, in questo caso, da infettivologi, reumatologi ed epidemiologi che hanno utilizzato i criteri propri della evidence-based medicine per valutare la qualità dell’evidenza e la forza delle loro raccomandazioni.
L’analisi sistematica della letteratura è stata finalizzata all’individuazione di rassegne sistematiche di studi osservazionali o di case report che avevano preso in considerazione il rischio di infezioni da epatite B o di riattivazione in pazienti esposti a DMARDb…”
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Fonte: “Artrite reumatoide e gestione delle infezioni da epatite B: le raccomandazioni di una consensus italiana”, PHARMASTAR