L’invecchiamento si vede e si legge. Sì, perché anche il modo in cui si scrive cambia nel tempo e questo cambiamento potrebbe diventare uno strumento prezioso per intercettare o monitorare a distanza pazienti con problemi neurologici, come Alzheimer o Parkinson. È quanto suggerisce un team di ricercatori italiani, che sulle pagine di Frontiers in Aging Neuroscience presenta un sistema di intelligenza artificiale capace di classificare testi scritti a mano in funzione dell’età. Un sistema analogo potrebbe permettere di essere usato come monitoraggio da remoto per persone con problemi neurologici, che si riflettono anche nel modo di scrivere. Ma oltre che alla telemedicina, gli ideatori di questo sistema aprono anche a possibili utilizzi in ambiti diversi: come quello storico, per esempio.

La scrittura come riflesso dell’attività cognitiva

L’idea alla base del progetto, coordinato da Antonio Suppa del Dipartimento di Neuroscienze Umane della Sapienza Università di Roma, è che il modo in cui scriviamo sia un marcatore delle nostre funzioni biologiche. Per lo meno indirettamente, essendo il riflesso dell’attività cognitiva e motoria del sistema nervoso centrale, dove si parla di una rete della scrittura (writing network), spiegano gli autori, a sottolineare il contributo di più aree cerebrali a un compito così apparentemente facile…”

Fonte: la Repubblica.it

Tratto da: https://www.repubblica.it/salute/dossier/labrevolution/2022/05/17/news/riconoscere_le_demenze_dalla_scrittura_grazie_a_un_algoritmo-349973743/