Il Comitato I Malati Invisibili è presente e attivo nel territorio nazionale da aprile 2014.

(+39) 000 0000 000

info@imalatiinvisibili.it
Via Monte Suello 1/12a – 16129 Genova (IT)

Salva

Articoli recenti

CF 95173870106

info@imalatiinvisibili.it

Via Monte Suello 1/12A

16129 Genova (IT)

Autismo – Le terapie digitali potrebbero essere utili

Come agiscono le terapie digitali, come potrebbero essere utilizzate per le persone con autismo e quando potrebbero arrivare in Italia? Di questi temi si è parlato durante la Web Conference “Terapie Digitali, una opzione terapeutica per le persone con disturbi dello spettro autistico?”, organizzata da daVinci Digital Therapeutics srl, ANGSA onlus (Associazione Nazionale Genitori Persone con Autismo) e Fondazione Smith Kline

Nel giugno 2020 l’Fda ha approvato la prima terapia digitale per il trattamento del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e la stessa società che ha sviluppato questo trattamento ha avviato lo sviluppo di un candidato Digital Therapeutics per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico.

Si tratta di terapie che permettono di trattare malattie complesse come l’ADHD e potenzialmente l’autismo attraverso modifiche dei comportamenti disfunzionali, in un modo che le molecole chimiche o biologiche non potrebbero fare.

Come agiscono queste terapie, come potrebbero essere utilizzate per questi pazienti e quando potrebbero arrivare in Italia? Di questi temi si è parlato durante la Web Conference “Terapie Digitali, una opzione terapeutica per le persone con disturbi dello spettro autistico?”, organizzata da daVinci Digital Therapeutics srl, ANGSA onlus (Associazione Nazionale Genitori Persone con Autismo) e Fondazione Smith Kline.

Autismo e strumenti digitali
“Le terapie digitali devono essere inserite in un programma multidimensionale e devono essere attentamente monitorate, come doveroso fare con tutte le terapie. Da molti anni abbiamo scoperto che il computer è una risorsa importante per molti bambini e adulti con disturbi dello spettro autistico, anche per quelli che uniscono disabilità intellettiva e disprassia motoria.  Una caratteristica abbastanza costante dell’autismo cosiddetto “low functioning” è quella di avere il canale visivo che funziona meglio di quello uditivo. Inoltre, queste persone sono ripetitive e amano rivedere un programma senza variazioni e la macchina è molto più brava dell’essere umano in questo. Questi pazienti hanno più difficoltà a imparare a scrivere a mano piuttosto che a macchina, in quanto lo scrivere a mano comporta la fine motricità del comporre le lettere, mentre con la tastiera del computer, per comporre una lettera basta premere un tasto”, ha spiegato Daniela Maria Cerati, moderatrice della Web Conference e Coordinatrice del Comitato Scientifico ANGSA, l’Associazione Nazionale Genitori Persone con Autismo.

“Molti programmi fatti per facilitare l’apprendimento, nati in genere per altre difficoltà, ad esempio la dislessia e la discalculia, vanno bene anche per gli allievi con autismo. Un problema che si pone con questa e con le altre risorse è se queste assurgano alla dignità di terapie o se debbano essere considerate svaghi o al massimo risorse didattiche e non terapeutiche. La tendenza ad abusare della parola terapia è molto diffusa. Le persone disabili trasformano in terapia tutto ciò che per gli altri è svago, passatempo o strumento per apprendere.  Noi sappiamo che l’ambizioso termine “terapia” dovrebbe essere riservato a risorse, siano esse farmacologiche, chirurgiche o riabilitative, che abbiano dimostrato di portare miglioramenti non casuali a funzioni carenti o a comportamenti disfunzionali, seguendo un iter di sperimentazione che rispetti regole riconosciute dalla comunità scientifica internazionale e di aver ricevuto un giudizio positivo da parte di organismi regolatori. Proprio in questo risiede la novità delle terapie digitali”, ha aggiunto Cerati.

“L’Fda nel 2020 ha approvato la prima terapia digitale per il trattamento dell’ADHD. Questa risorsa potrebbe interessare gran parte delle persone con disturbo dello spettro autistico, infatti la stessa società che ha sviluppato la terapia digitale per l’ADHD ha avviato lo sviluppo di una candidata terapia digitale per il trattamento di questi disturbi. I terapeuti avranno quindi presto uno strumento in più nella loro “cassetta degli attrezzi” da usare nell’ambito di una programmazione educativa multidimensionale che deve essere cucita su misura per ogni individuo, come un vestito nuovo fatto dal sarto e non comprato preconfezionato in un negozio.  La nuova risorsa terapeutica dovrà poi essere monitorata per verificarne l’efficacia e gli eventuali effetti indesiderati nel lungo periodo”, ha concluso Cerati.

Terapie digitali e autismo. A che punto siamo
“Dal 2017, se ci riferiamo alla approvazione di Reset da parte della Food and Drug Administration o dal 2019, se ci riferiamo alla sua commercializzazione negli Stati Uniti, è iniziata l’era dei Digital Therapeutics, le Terapie Digitali. Si tratta di nuove terapie, nelle quali il principio attivo non è una molecola, ma un software…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Autismo, le terapie digitali possono essere utili?”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//digital-medicine/autismo-le-terapie-digitali-possono-essere-utili-34411