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Tumori – Riforma dei fondi per i farmaci innovativi

Prof. Giordano Beretta, Presidente AIOM: “I fondi hanno contribuito a ridurre i tempi per accedere ai trattamenti più efficaci, ma il sistema duale va semplificato”. Prof. Claudio Jommi, Cergas, SDA Bocconi: “Dagli esperti otto raccomandazioni utili per una riflessione sulle possibili direttrici di riforma”

Roma – Il sistema attuale dei due fondi separati per i farmaci innovativi, oncologici e non oncologici, va ridefinito e semplificato, nella direzione di una maggiore flessibilità. Gran parte degli esperti è favorevole al mantenimento dei fondi, ma il 72% di questi ritiene necessaria una riforma e la soluzione può essere rappresentata da un unico fondo gestito in modo più flessibile, tenendo in considerazione i vincoli di finanza pubblica.

Inoltre, il 67% degli esperti è favorevole all’estensione della permanenza dei farmaci innovativi all’interno dei fondi oltre i tre anni, se non sono disponibili alternative terapeutiche. Per il 64%, vanno riviste anche le modalità di finanziamento, senza erodere le risorse storicamente assegnate per obiettivi di piano e per l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza.

Sono questi alcuni risultati dello “Studio Delphi sul Fondo Farmaci Oncologici Innovativi”, promosso dal Cergas (Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale) in collaborazione con AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica). Lo studio è presentato oggi in un convegno virtuale.

“La legge di bilancio 2017 ha istituito due Fondi separati, con una dotazione di 500 milioni di euro ciascuno – spiega Claudio Jommi, Professor of Practice di SDA Bocconi School of Management e Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Farmaci del Cergas – L’obiettivo della ricerca è stato valutare il loro impatto, nella prospettiva dei diversi portatori di interesse, colmando i gap di letteratura esistenti. L’analisi si è basata sulla raccolta strutturata dell’opinione di esperti, cioè di coloro che hanno compartecipato alla definizione di questi fondi e dei requisiti per l’accesso, all’allocazione, gestione ed utilizzo delle molecole innovative, mediante tecnica Delphi. Per quanto i fondi per farmaci innovativi rappresentino un ‘silos’ nei ‘silos’, gran parte degli esperti si dice favorevole a mantenere risorse dedicate, cioè fondi non contendibili per farmaci che siano stati valutati sulla base di criteri specifici e selettivi rispetto alla loro utilità per il Servizio Sanitario Nazionale. Ma serve una revisione del sistema. Solo le Regioni a statuto ordinario accedono ai due fondi, ad eccezione della Sicilia che vi attinge per il 50%. Nel triennio 2017-2019, non si sono verificati sfondamenti. Tuttavia, dai primi dati di monitoraggio della spesa farmaceutica di AIFA e per quanto i dati parziali vadano considerati con estrema prudenza, si intravede la possibilità che il trend degli anni precedenti non si ripeta”.

“In Italia, nel 2020, sono stimati 377 mila nuovi casi di tumore – sottolinea Giordano Beretta, Presidente Nazionale AIOM e Responsabile Oncologia Medica Humanitas Gavazzeni di Bergamo – È diffusa la percezione che il Fondo per gli oncologici innovativi abbia contribuito a ridurre i tempi necessari per accedere alle nuove terapie anticancro, come evidenziato dal 50% degli esperti, e abbia agevolato la loro prescrivibilità…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Tumori, AIOM: “Sì alla riforma dei fondi per i farmaci innovativi”,” insalutenews

Tratto da: https://www.insalutenews.it/in-salute/tumori-aiom-si-alla-riforma-dei-fondi-per-i-farmaci-innovativi/