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Fratture da fragilità – Sono un’emergenza. L’importanza del progetto FRAME

A livello regionale, le fratture da fragilità dovrebbero essere riconosciute come priorità nell’agenda politica, con codifica del paziente con fragilità ossea, definizione dei PDTA, identificazione dei percorsi per la realizzazione delle Unità di Frattura (FLS). Sono alcune delle conclusioni contenute nel Documento Programmatico stilato in seguito al Tavolo Nazionale della Coalizione FRAME e presentate nell’ultimo congresso nazionale della SIOMMMS

Gli esperti concordano: i pazienti non possono attendere. È dunque prioritario, sostiene la Coalizione, favorire, a partire da alcune Regioni target – come Toscana, Veneto, Lombardia, Lazio, Puglia e Sicilia – lo sviluppo di un lavoro specifico sulle problematiche che vivono quotidianamente le persone con Fratture da Fragilità, per aiutare tutto il SSN sia a registrare esempi virtuosi sia a mettere in moto il sistema dei decisori.

Le fratture da fragilità sono un’emergenza: la necessità di un progetto
“Per comprendere il perché di un progetto sulle fratture da fragilità che vede coinvolta la Siommms, dobbiamo prima fare una fotografia del problema” spiega Maurizio Rossini, Presidente Siommms, nel corso del XX Congresso Nazionale della Società.
Sono oltre 4 milioni gli italiani colpiti da osteoporosi (3,2 milioni le donne e 0,8 milioni gli uomini). Il rischio di subire una frattura da fragilità negli over 50 è del 34% nelle italiane (31% media EU), del 16% (14% media EU) negli uomini. In seguito a una frattura da fragilità, la probabilità di un secondo evento entro il primo anno è di cinque volte superiore.

Un quadro della situazione emerge da un recente report pubblicato su Archives of Osteoporosis nel quale questa problematica viene valutata in diversi paesi europei tra cui l’Italia. “Nel 2017” continua Rossini “sono state calcolate circa 560 mila fratture da fragilità. Guardando la tipologia si intuisce che si tratta di una sottostima. Infatti, prendono in considerazione solo gli accessi al pronto soccorso, e quindi molte delle fratture vertebrali non vengono considerate. La previsione, considerato l’aumento dell’aspettativa di vita, è che vi sia un incremento, nel 2030, del 22% delle fratture da fragilità.

Questo comporterà la crescita degli attuali costi, stimati in circa 9,4 miliardi di euro tra quelli diretti e indiretti, a 12miliardi nel 2030.
Ovviamente non si tratta solo di un problema economico, ma anche di qualità di vita e sociale”. Sono tantissimi gli anni di buona salute persi a causa delle fratture da fragilità e per il 2030 si stima che tale danno crescerà del 25%.

“Inoltre, in Italia, per la nostra struttura sociale, è importante valutare anche l’impegno dei familiari” ricorda lo specialista.
In caso di frattura di femore, per esempio, si stima un impegno di circa 650 ore all’anno da parte del caregiver. Un’ altra conseguenza da considerare, di particolare rilevanza in questo periodo di emergenza COVID-19,  è l’elevato rischio di perdere l’autosufficienza e di dover essere ricoverati in una RSA a causa della grave disabilità…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Fratture da fragilità, serve una nuova strategia: il progetto FRAME”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//orto-reuma/fratture-da-fragilit-serve-una-nuova-strategia-il-progetto-frame-33758