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HIV – Scoperti in laboratorio i segreti dell’infezione

Uno studio statunitense ha riprodotto in vitro le prime fasi dell’attacco del virus alle cellule umane: il dettaglio senza precedenti ha chiarito il ruolo fondamentale nel processo del capside, l’involucro che custodisce il genoma virale

La lotta contro la diffusione dell’HIV e contro la malattia che provoca, l’AIDS, fa nuovi passi avanti. A partire dalla sua scoperta, avvenuta 35 anni fa, uno sforzo immane di ricerca ha infine reso disponibili efficaci farmaci antivirali in grado di cambiare il decorso della malattia fino a cronicizzarla e ridurre fortemente anche il rischio di contagio.

Devin E. Christensen, dell’Università dello Utah a Salt Lake City e colleghi dell’Università della Virginia a Charlottesville, annunciano ora sulle pagine di “Science” un altro importante risultato: la riproduzione in vitro dei primi passi del processo di infezione dell’HIV, che ha permesso di identificare i componenti essenziali che il virus usa quando penetra nelle cellule dell’organismo umano.

Molti farmaci efficaci contro l’HIV agiscono sul processo replicativo del patogeno, chiamato trascrizione inversa. In questo processo, il genoma a RNA  del virus viene dapprima copiato in un doppio filamento di DNA che poi viene integrato nel genoma della cellula infettata. Gli antivirali interferiscono in entrambe le fasi, ma con modalità che finora erano ancora sconosciute nei loro dettagli, dato che avvengono all’interno del citoplasma e del nucleo della cellula infettata.

A sfuggire era soprattutto il ruolo del capside virale, l’involucro proteico che contiene il patrimonio genetico del virus. La riproduzione delle fasi iniziali in vitro ha dato la possibilità agli autori di manipolare il virus con una precisione mai raggiunta finora. Utilizzando metodi genetici e biochimici, sono riusciti in particolare a destabilizzare il capside, impedendo di fatto al virus di replicarsi efficacemente.

Questo dimostra che il capside ha un ruolo attivo nelle reazioni che consentono la duplicazione del genoma virale e la sua integrazione nel DNA della cellula da infettare. Andrebbe quindi modificato il modello ampiamente accettato, che considera il capside come un semplice involucro che protegge il genoma virale dalla risposta del sistema immunitario dell’ospite, consentendo alla particella virale di attraversare il citoplasma e penetrare nel nucleo…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Svelati in laboratorio i segreti dell’infezione da HIV”, Le Scienze

Tratto da: https://www.lescienze.it/news/2020/10/09/news/hiv_aids_replicazione_in_vitro-4814594/