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Malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI o IBD) – Come terapie si propende per quelle a lungo termine senza steroidi

Al momento ci sono diverse terapie disponibili per trattare le malattie infiammatorie intestinali ed è importante che i gastroenterologi comincino a utilizzare gli agenti biologici, che nel complesso risultano più efficaci. Sono le raccomandazioni di una presentazione virtuale tenuta in occasione dell’Interdisciplinary Autoimmune Summit

Sono ormai passati circa 10 anni dall’introduzione delle terapie biologiche. Infliximab è sul mercato negli Stati Uniti dal 1998 e questo ha cambiato il modo di trattare i pazienti con malattia di Crohn e colite ulcerosa.

Il relatore Stephen Hanauer, professore di medicina presso la Northwestern University di Chicago, ha affermato che ci sono alcune potenziali considerazioni da tenere presente nel momento in cui si sceglie la terapia più adatta per i pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD), come la rapidità con cui un paziente deve tornare in remissione, i primi segni di una mancata risposta al trattamento, le preferenze individuali basate sul profilo di sicurezza e l’avversione al rischio.

«Dobbiamo considerare l’immunogenicità piuttosto che la sua assenza e la possibilità di avviare e arrestare la terapia con i farmaci, oltre a valutare i dati relativi alla guarigione della mucosa e alle manifestazioni extra intestinali» ha affermato. «Dobbiamo considerare l’età del paziente, se ha avuto una storia di cancro, se è una donna in attesa, se c’è risposta al trattamento e quindi si tratta di una malattia da lieve a moderata, eventuali manifestazioni extra intestinali, precedenti fallimenti dei biologici e se la malattia è abbastanza grave da richiedere il ricovero».

I pazienti che presentano ulcere profonde o una malattia estesa sono automaticamente considerati a rischio moderato. Nella colite ulcerosa le altre caratteristiche di rischio da moderato a grave comprendono la giovane età alla diagnosi con livelli elevati di biomarcatori e pazienti che richiedono il trattamento con corticosteroidi, mentre quanti necessitano del ricovero ospedaliero o presentano complicanze o infezioni sono a maggior rischio di progressione della malattia o colectomia, ha commentato Hanauer.

I pazienti che falliscono la terapia con corticosteroidi o che sono steroidi-dipendenti tornano alle terapie biologiche come gli inibitori del TNF o, in caso di mancata efficacia, a farmaci come vedolizumab e tofacitinib oppure, se sono ricoverati in ospedale, possono essere trattati con ciclosporina…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Malattie infiammatorie croniche intestinali, si propende per le terapie a lungo termine senza steroidi”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//gastro/malattie-infiammatorie-croniche-intestinali-si-propende-per-le-terapie-a-lungo-termine-senza-steroidi-32915