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Carcinoma ovarico ricorrente – Confermato beneficio di sopravvivenza con la combinazione niraparib-bevacizumab

Nelle donne con carcinoma ovarico ricorrente, il trattamento con la combinazione dell’inibitore di PARP niraparib e dell’antiangiogenetico bevacizumab dà risultati significativamente migliori rispetto a quello con il solo niraparib, La conferma arriva dai dati di sopravvivenza aggiornati dalla porzione della fase 2 dello studio AVANOVA2 (NSGO-AVANOVA2/ENGOT -OV24) presentati al congresso virtuale dell’American Society of Clinical Oncolofy (ASCO)

Con la combinazione, riduzione del 66% del rischio di progressione o morte
I risultati aggiornati convalidano quelli precedenti (pubblicati nel 2019 su The Lancet Oncology), mostrando una riduzione del 66% nel rischio di progressione della malattia o decesso (HR 0,34; IC al 95% 0,21-0,54) e una sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana di 12,5 mesi nel braccio trattato con la combinazione dei due farmaci, a fronte di una mediana di 5,5 mesi in quello trattato con il solo PARP-inibitore.

Sulla base di questi e degli altri dati emersi dalla nuova analisi, gli autori dello studio, guidati da Mansoor Raza Mirza, del Dipartimento di Oncologia dell’ospedale universitario Rigshopitalet di Copenhagen e direttore medico della Nordic Society of Gynecological Oncology, concludono che i risultati rafforzano il razionale alla base di un trial randomizzato di fase 3 che potrebbe cambiare l’attuale standard di cura in questa popolazione di pazienti.

I punti chiave dello studio AVANOVA2
Focus Confronto fra niraparib più bevacizumab e solo niraparib in donne con recidiva platino-sensibile di carcinoma ovarico
Popolazione 97 pazienti con recidiva platino-sensibile di carcinoma ovarico epiteliale, delle tube di Falloppio o peritoneale, con istologia sierosa o endometrioide, di alto grado, già trattate con un numero qualsiasi di linee di terapia
Risultato chiave Miglioramento di 7 mesi delle PFS mediana e riduzione del 66% del rischio di progressione o decesso con la combinazione niraparib più bevacizumab
Significato La combinazione niraparib più bevacizumab migliora significativamente gli outcome nella popolazione analizzata


Lo studio AVANOVA2
Lo studio AVANOVA2 (NCT02354131) è un trial multicentrico internazionale, randomizzato, in aperto, nel quale sono state arruolate 97 pazienti con recidiva platino-sensibile di carcinoma ovarico epiteliale, delle tube di Falloppio o peritoneale, con istologia sierosa o endometrioide, di alto grado.

Era ammesso l’arruolamento di donne sottoposte a un numero qualsiasi di terapie precedenti, tra cui anche bevacizumab. I fattori di stratificazione comprendevano lo stato del deficit della ricombinazione omologa (HRD, positivo o negativo) e l’intervallo libero da chemioterapia (6-12 mesi oppure superiore ai 12 mesi).

Le partecipanti sono state trattate in rapporto 1:1 con niraparib 300 mg al giorno più bevacizumab 15 mg/kg ogni 3 settimane, oppure con il solo niraparib allo stesso dosaggio, fino alla progressione della malattia o alla comparsa di una tossicità non tollerabile.

L’endpoint primario dello studio era la PFS.

Combinazione migliore della monoterapia anche sugli endpoint secondari
I risultati pubblicati originariamente su The Lancet Oncology hanno dimostrato che il trial ha centrato il suo endpoint primario, dimostrando, con un follow-up mediano di 16,9 mesi, la superiorità significativa dell’associazione niraparib-bevacizumab rispetto al solo niraparib (HR, 0,35; IC al 95% 0,21 -0,57; P < 0,0001). Superiorità pienamente confermata dall’analisi aggiornata riportata all’ASCO…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Tumore ovarico ricorrente, combianzione niraparib-bevacizumab conferma il beneficio di sopravvivenza. #ASCO2020”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/oncoemato/tumore-ovarico-ricorrente-combianzione-niraparib-bevacizumab-conferma-il-beneficio-di-sopravvivenza-asco2020-32581