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Coronavirus, studio USA – La dispnea come sintomo chiave per la diagnosi differenziale

L’insorgenza di dispnea, in particolare insieme a rapido decremento della saturazione di ossigeno soprattutto dopo sforzo, potrebbe rivelarsi utile ai clinici per distinguere più facilmente il Covid-19 da altre patologie comuni e trattabili. Lo sottolineano i risultati di uno studio Usa recentemente pubblicato su the Mayo Clinic Proceedings

I presupposti dello studio
Al fine di curare i pazienti esposti a infezione severa da SARS-CoV-2 in una clinica ambulatoriale dislocata in un’area urbana del Massachusetts (Usa), i ricercatori si sono focalizzati sulla comprensione della presentazione clinica e della storia naturale iniziale di Covid-19 (di entità lieve-moderata) al fine di indirizzare meglio la gestione di questi pazienti durante la pandemia.

Per quanto questo ambulatorio avesse accesso ai tamponi nasofaringei per la rilevazione dell’infezione da nuovo Coronavirus, il ritardo nella ricezione dei risultati di questi test (4-5 giorni) ha reso la gestione clinica della malattia impraticabile.

Pertanto, i ricercatori si sono focalizzati sulla ricerca dei pattern diversi di malattia rilevati, osservando che molti casi di Covid-19 di grado moderato-severo possono essere diagnosticati grazie ad una storia dettagliata di malattia e ad un esame fisico limitato.

Disegno dello studio e risultati principali
Nello specifico, i ricercatori hanno potuto osservare che, nonostante il recupero di molti pazienti da una condizione di malattia basata su sintomatologia lieve (es: congestione nasale, tosse in assenza di febbre, mal di gola, diarrea, dolore addominale, cefalea, mialgia, lombalgia, anosmia e astenia), era l’insorgenza di dispnea, a 4-10 giorni di insorgenza dei sintomi), il sintomo chiave in grado di consentire la diagnosi differenziale di Covid-19 rispetto ad altre malattie comuni.

Pur documentando che l’età avanzata, il riscontro di malattia CV, obesità e ipertensione rappresentano senza ombra di dubbio dei fattori di rischio di progressione di Covid-19, il fattore di rischio più importante da considerare era rappresentato dalla saturazione di ossigeno, che spesso scende precipitosamente cpn lo sforzo.

A questo punto, i ricercatori hanno messo a confronto il Covid-19 con diverse altre condizioni cliniche trattabili, sottolineando come il riscontro di dispnea possa essere utile ai clinici per porre diagnosi differenziale.

Alcuni esempi di diagnosi differenziale resa possibile grazie alla valutazione del sintomo dispnea
Ecco, di seguito, un elenco di esempi di diagnosi differenziale resa possibile grazie alla dispnea:

 Polmonite da Legionella vs. Covid-19: la polmonite da Legionella si manifesta, all’inizio, con febbre ed astenia, seguita da tosse; la dispnea si manifesta nei casi nei quali la polmonite progredisce, diventando più severa. Per contro, nei pazienti con Covid-19, si ha comparsa di tosse e febbre all’inizio di malattia, mentre la dispnea si aggiunge qualche giorno dopo, qualche volta anche dopo che la febbre si è abbassata…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Covid-19, studio USA: dispnea sintomo chiave per la diagnosi differenziale”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/pneumo/covid-19-studio-usa-dispnea-sintomo-chiave-per-la-diagnosi-differenziale-32348