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Neuroprotezione nell’ictus acuto – Possibile nerinetide se non si effettua la trombolisi

Un nuovo potenziale agente neuroprotettivo, nerinetide, si è rivelato utile per i pazienti con ictus ischemico acuto sottoposti a trombectomia endovascolare in un ampio studio controllato con placebo, ma solo per quei pazienti che non avevano ricevuto anche trombolisi. In particolare, non si è riscontrata alcuna differenza tra i gruppi sull’esito primario nell’analisi principale dello studio ESCAPE-NA1, presentato a Los Angeles durante l’International Stroke Conference (ISC) 2020 e pubblicato contemporaneamente online su “The Lancet”

«Nel nostro studio» ha specificato l’autore principale Michael Hill, professore di neurologia presso il Foothills Medical Centre dell’Università di Calgary (Canada) «abbiamo trovato una considerevole interazione di nerinetide con alteplase».

«C’è stato dunque un grande beneficio con nerinetide nei pazienti non trattati con trombolisi, ma in quelli che hanno ricevuto alteplase questo beneficio è stato completamente cancellato. Il trombolitico sembra degradare il peptide [vedi sotto, NdR] in modo da renderlo inattivo» ha proseguito Hill.

«Nei pazienti non trattati con trombolisi, abbiamo riscontrato una grande dimensione dell’effetto con un miglioramento assoluto del 9,5% nei pazienti con un esito indipendente (punteggio di Rankin modificato [mRS] 0-2) e un numero di pazienti da trattare (number-needed-to-treat, NNT) da 10 a 11» ha aggiunto. Hill e colleghi hanno anche riscontrato un beneficio in termini di mortalità e una riduzione delle dimensioni degli ictus, con tutti gli altri esiti secondari «che andavano verso la ‘giusta’ direzione».

«Questa è la prima evidenza che, nell’ictus umano, la neuroprotezione è possibile. Ciò non è mai stato dimostrato prima» ha osservato Hill. «Molti studi clinici precedenti su potenziali agenti neuroprotettivi sono stati negativi. Riteniamo che questo sia un grande passo avanti».

Ridotto l’ossido nitrico endogeno e inibita l’eccitotossicità neuronale
Il nuovo agente – noto anche come NA1 – è un peptide di 20 aminoacidi con un nuovo meccanismo d’azione; inibisce, cioè, la segnalazione che porta all’eccitotossicità neuronale.
«Nerinetide riduce l’ossido nitrico endogeno generato all’interno della cellula durante l’ischemia, fenomeno che costituisce uno dei principali processi biochimici che contribuiscono alla morte cellulare» ha spiegato Hill.

Il farmaco viene somministrato una sola volta al momento della trombectomia. Ha una breve emivita in circolo ma è rilevabile nel cervello fino a 24 ore, ha aggiunto. Lo studio ESCAPE-NA1 ha incluso 1.105 pazienti che avevano manifestato ictus ischemico acuto a causa dell’occlusione di grandi vasi entro una finestra di trattamento di 12 ore e per i quali erano disponibili risultati di imaging adatti alla trombectomia.

I pazienti sono stati assegnati in modo randomizzato a ricevere, al momento della trombectomia, nerinetide per via endovenosa in una singola dose da 2,6 mg/kg o placebo salino e sono stati stratificati in base al trattamento con alteplase per via endovenosa e scelta dichiarata del dispositivo endovascolare…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Con nerinetide la neuroprotezione nell’ictus acuto è possibile? Sì, se non si effettua la trombolisi”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/neuro/con-nerinetide-la-neuroprotezione-nellictus-acuto-possibile-s-se-non-si-effettua-la-trombolisi-31504