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Tumore del rene – Dopo trattamento in prima linea con nivolumab e ipilimumab, più del 50% dei pazienti è vivo a 42 mesi

Al Genitourinary Cancers Symposium dell’Asco che si è svolto a San Francisco sono stati annunciati i risultati aggiornati dello studio CheckMate -214 di fase 3, che ha valutato la combinazione di nivolumab e ipilimumab rispetto al trattamento con sunitinib in pazienti con carcinoma a cellule renali (RCC) avanzato o metastatico non trattato precedentemente

Dopo un follow-up minimo di 42 mesi, la combinazione di nivolumab e ipilimumab continua a mostrare valoriu elevati  di sopravvivenza globale (OS), tassi di risposta obiettiva (ORR), durata della risposta (DOR) e tassi di risposta completa (CR). Il profilo di sicurezza per la combinazione di nivolumab e ipilimumab è in linea con quanto precedentemente osservato e non si sono evidenziati nuovi segnali di sicurezza o decessi correlati al trattamento con il follow-up prolungato.

Un significativo beneficio in sopravvivenza globale è stato osservato sia nei pazienti a rischio intermedio e sfavorevole (IS) che in tutti i pazienti randomizzati (ITT “intent-to-treat”) trattati con nivolumab e ipilimumab rispetto ai pazienti trattati con sunitinib.

Tra i pazienti che hanno ricevuto la combinazione nivolumab e ipilimumab e hanno ottenuto una risposta completa secondo la revisione radiologica indipendente, tale risposta era ancora in corso nell’84% e 86% dei pazienti rispettivamente nelle popolazioni IS e ITT.

Nella popolazione IS, i pazienti trattati con nivolumab e ipilimumab hanno ottenuto un significativo miglioramento di:
• OS: a 42 mesi, il tasso di OS era pari al 52% nei pazienti trattati con nivolumab più ipilimumab e al 39% in quelli trattati con sunitinib [Hazard Ratio (HR) 0,66; intervallo di confidenza (IC) 95%: 0,55-0,80].
• ORR: secondo la revisione radiologica indipendente, l’ORR era pari al 42% con nivolumab più ipilimumab e al 26% con sunitinib (p = 0,0001).
• DOR: la DOR mediana non è stata raggiunta nei pazienti trattati con nivolumab più ipilimumab ed era pari a 19,7 mesi (IC 95%: 16,4-26,4) nei pazienti trattati con sunitinib.
• CR: secondo revisione indipendente, il 10% dei pazienti trattati con la combinazione nivolumab e ipilimumab ha manifestato una CR rispetto all’1% tra quelli trattati con sunitinib.

Risultati simili sono stati osservati nella popolazione ITT, dove i pazienti trattati con nivolumab più ipilimumab hanno manifestato un miglioramento significativo di:
• OS: a 42 mesi, il tasso di OS per la popolazione ITT era pari al 56% nei pazienti trattati con nivolumab più ipilimumab e al 47% in quelli trattati con sunitinib (HR 0,72; IC 95%: 0,61-0,86).
• ORR: secondo revisione indipendente, l’ORR era pari al 39% con nivolumab più ipilimumab e al 33% con sunitinib (p = 0,02)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Tumore del rene: più del 50% dei pazienti è vivo a 42 mesi dopo  trattamento in prima linea con nivolumab e ipilimumab”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/oncoemato/tumore-del-rene-pi-del-50-dei-pazienti-vivo-a-42-mesi-dopo-trattamento-in-prima-linea-con-nivolumab-e-ipilimumab-31430