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Infarto e scompenso cardiaco – Per i pazienti a rischio scoperta azione cardioprotettiva di un farmaco già in uso

I risultati di uno studio molecolare coordinato dall’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna pubblicati su Scientific Reports: così è possibile attivare i progenitori cardiaci e salvare la vita alle cellule cardiache senza ossigeno

Pisa, 20 febbraio 2020 – Per far indossare l’armatura al cuore e proteggerlo, senza ricorrere a nuovi stratagemmi terapeutici invasivi, basterebbero un bicchiere d’acqua e una pillola, per l’esattezza un farmaco anti-aggregante orale (il ticagrelor) già in commercio, somministrato con modalità diverse rispetto alle attuali, con il vantaggio di limitare eventuali effetti collaterali, come sanguinamenti e difficoltà respiratorie.

In sintesi, è il risultato di uno studio di riposizionamento di questo farmaco, che potrà interessare i pazienti a rischio di infarto come quelli a rischio di scompenso cardiaco. Lo studio di riposizionamento è stato condotto dall’Unità di Medicina Critica Traslazionale dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con la Fondazione Toscana G. Monasterio e il Cardiocentro Ticino di Lugano.

I risultati sono al centro di un articolo pubblicato su Scientific Reports, rivista open access di Nature, dopo che i dati preliminari avevano incuriosito la comunità scientifica in occasione del congresso internazionale dell’American Heart Association.

Il ticagrelor, al centro di questo report scientifico traslazionale, ha rivelato un nuovo meccanismo a supporto delle emergenti evidenze – sperimentali e cliniche – di protezione del cuore da lui mediata. Questo farmaco è stato in grado di attivare le cellule progenitrici isolate da cuore umano, promuovendone la proliferazione e favorendo il rilascio di esosomi, ovvero le più piccole vescicole extracellulari conosciute, capaci di rendere i cardiomiociti (cellule cardiache) più resistenti alla morte programmata, da carenza cronica di ossigeno. Tale danno si osserva infatti in coloro che presentano un albero coronarico malato, incapace di irrorare il tessuto cardiaco in modo adeguato…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Pazienti a rischio infarto e scompenso cardiaco: scoperta azione cardioprotettiva di un farmaco già in uso”, insalutenews

Tratto da: https://www.insalutenews.it/in-salute/pazienti-a-rischio-infarto-e-scompenso-cardiaco-scoperta-azione-cardioprotettiva-di-un-farmaco-gia-in-uso/