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Sindrome dell’intestino irritabile – Quando è associata alla malattia infiammatoria intestinale (IBD)

La sindrome dell’intestino irritabile (IBD) può avere molteplici cause, tra cui la malattia infiammatoria intestinale. E’ quanto evidenziato durante il congresso Advances in Inflammatory Bowel Disease 2019 a Orlando, in Florida

I pazienti che hanno solo sintomi dell’intestino irritabile (IBS) non hanno quasi mai una malattia infiammatoria intestinale, ma “una volta in remissione per IBD, dal 30% al 40% dei pazienti mostra segni di IBS”, ha sottolineato William Chey del Michigan Medicine di Ann Arbor durante la presentazione al congresso.

“Entrambe le condizioni hanno sintomi simili, incluso il dolore addominale e le abitudini intestinali alterate, ma una volta che la malattia infiammatoria intestinale è sotto controllo, la sindrome dell’intestino irritabile può essere già in fase attiva” ha aggiunto Chey.

A differenza della malattia infiammatoria intestinale, che è definita da reperti istologici, endoscopici e di imaging dell’infiammazione nel tratto gastrointestinale, la diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile si basa sul dolore intestinale.
“Quando i livelli di calprotectina sono normali per i pazienti con malattia infiammatoria intestinale in remissione, allora è IBS”, ha detto Chey.

Secondo l’autore, il trattamento per la sindrome dell’intestino irritabile deve essere olistico e integrativo, ogni paziente è diverso.
“Più dei due terzi dei sintomi è associato al cibo”, ha sottolineato, quindi è importante utilizzare un ragionamento deduttivo che tenga conto della storia del paziente.

La prima linea d’azione è migliorare la dieta che è anche il fattore modificabile più efficace per alleviare i sintomi.
Chey ha evidenziato che è importante valutare con accuratezza cosa è salutare perché spesso c’è confusione in merito. Le persone non sono, inoltre, dotate di informazioni sufficienti per raggiungere uno stile di vita sano. Nonostante le spiegazioni logiche, una persona su quattro mangia nei fast food.

Il cibo influenza una varietà di fattori fisiologici, tra cui motilità, sensazione viscerale, interazioni cervello-intestino, microbioma, permeabilità, attivazione immunitaria e funzione neuroendocrina, che sono tutti rilevanti per la patogenesi della sindrome dell’intestino irritabile.
I cambiamenti dietetici per affrontare la sindrome dell’intestino irritabile si sono concentrati sulle diete prive di glutine e a bassa fermentazione di oligo, di-, monosaccaridi e polioli (FODMAP), ma l’eliminazione di alcuni alimenti “è l’inizio, non la fine”, ha spiegato Chey…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Sindrome dell’intestino irritabile, cosa fare quando è associata all’IBD?”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/gastro/sindrome-dellintestino-irritabile-cosa-fare-quando-associata-allibd-31121