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Carcinoma gastrico – Vivere senza lo stomaco, il supporto delle Regioni ai malati

Sono 80 mila in Italia le persone che hanno subito un intervento a causa di un tumore. L’Emilia Romagna virtuosa per il servizio dei sensori per il monitoraggio della glicemia

Venti Regioni, venti destini diversi per i circa 80mila pazienti che non hanno più lo stomaco, dopo essere stati colpiti da un tumore. La possibilità di accesso agli alimenti ai fini speciali, spesso indispensabili per questi malati, cambia da una Regione all’altra.

Rari sono gli esempi di Regioni che hanno messo a punto percorsi o iniziative specifiche per l’assistenza dei pazienti.

L’Emilia Romagna è l’unica a prevedere l’erogazione di sensori per il monitoraggio della glicemia ai pazienti senza stomaco: un presidio necessario, perché la glicemia nell’arco della giornata ha sbalzi spesso molto consistenti che possono portare a crisi ipoglicemiche gravi. Lacune importanti dei servizi sanitari regionali evidenziate dall’associazione «Vivere senza stomaco si può», che si occupa di portare avanti le istanze dei pazienti italiani colpiti dalla malattia: all’incirca 14mila in più, ogni anno.

I bisogni insoddisfatti dei pazienti

«Gli integratori rappresentano un presidio fondamentale per la nutrizione delle persone che hanno subito una gastrectomia, perché permettono di assicurare un corretto apporto di nutrienti anche in assenza totale o parziale dello stomaco», afferma Claudia Santangelo, presidente dell’associazione. Ma le differenze presenti tra una Regione e un’altra fanno sì che esistano pazienti più e meno tutelati. Secondo una stima dell’Associazione Italiana Registro Tumori (Airtum), sono oltre in tremila a essere esclusi dalla rimborsabilità degli integratori sul territorio nazionale.

«Chiediamo chele differenze regionali vengano superate per garantire equità di accesso alle cure a tutti i malati», aggiunge Santangelo. La questione è arrivata all’attenzione della politica, dal momento che è già stato presentato un emendamento che prevede la rimborsabilità dei supporti nutrizionali di qualsiasi tipo per i pazienti con tumore allo stomaco che abbiano avuto una resezione gastrica: in tutte le Regioni e non a discrezione delle amministrazioni locali, come avviene adesso.

L’alimentazione nel paziente con una malattia oncologica dell’apparato digerente è fondamentale per una migliore qualità di vita e per una maggiore aderenza alle terapie.

«Le linee guida nazionali sul carcinoma gastrico devono essere tradotte nella pratica clinica – spiega Stefania Gori, direttore dell’unità di oncologia medica dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) e presidente della Fondazione Aiom -. Purtroppo, a livello nazionale emerge una carenza nella disponibilità di percorsi corretti di diagnosi e terapia per il tumore dello stomaco». Tra gli esempi virtuosi, come detto, c’è quello dell’Emilia Romagna. I sensori per il monitoraggio della glicemia rispondono a un fabbisogno importante di questi pazienti, molti dei quali hanno notevoli sbalzi glicemici nell’arco della giornata. Inoltre, sempre l’Emilia sta per far partire un progetto per valutare i benefici che i malati potrebbero trarre se fossero inseriti in un percorso ben definito di riabilitazione nutrizionale.

Tumore dello stomaco: non soltanto chirurgia 

A livello mediatico, la malattia non è tra quelle che conquistano le copertine. Ma in termini di impatto sui pazienti, ce ne sono poche altre così invalidanti. Il tumore dello stomaco è la quinta neoplasia più diffusa al mondo (nel 2019 previsto un milione di nuovi casi, di cui 14mila in Italia) e della terza per tasso di mortalità (783mila quelli stimati nell’anno in corso, peggio fanno soltanto i tumori del polmone e del colon-retto). La malattia, che fino a dieci anni fa aveva possibilità di essere curato soltanto ricorrendo al bisturi, oggi si affronta contando su un arciere più attrezzato. La chirurgia è un perno insostituibile, ma studiando a fondo le caratteristiche della massa al momento della diagnosi si possono definire i trattamenti adiuvanti più appropriati. Non più soltanto chirurgia, dunque, ma pure chemioterapia. E, probabilmente in un futuro non troppo lontano, immunoterapia. Oggi si assiste a un aumento delle diagnosi di tumori più avanzati e aggressivi in età più giovanile…”

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Fonte: “Vivere senza lo stomaco: il supporto delle Regioni ai pazienti”, LA STAMPA SALUTE

Tratto da: https://www.lastampa.it/salute/2019/12/12/news/vivere-senza-lo-stomaco-il-supporto-delle-regioni-ai-pazienti-1.38160483