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Pressione arteriosa estremamente alta o franca ipertensione – Come scegliere l’antipertensivo di prima linea

Per i pazienti con pressione arteriosa estremamente alta o franca ipertensione, ci sono davvero molte opzioni terapeutiche iniziali, tanto che può essere difficile sapere quale prescrivere. Giunge a proposito un articolo appena pubblicato online su “Lancet” che fornisce approfondite informazioni sulla relativa sicurezza ed efficacia dei diversi farmaci antipertensivi, al fine di indirizzare questa decisione critica sul trattamento più appropriato

«Rimangono incertezze sulla monoterapia ottimale per l’ipertensione, con le attuali linee guida che raccomandano qualsiasi agente primario tra le cinque classi di farmaci di prima linea quali diuretici tiazidici o simil-tiazidici, ACE-inibitori, bloccanti del recettore dell’angiotensina, calcio-antagonisti diidropiridinici e non diidropiridinici, in assenza di indicazioni relative a comorbilità» sottolineano gli autori, guidati da Marc A. Suchard, del Dipartimento di Biostatistica della Fielding School of Public Health della University of California di Los Angeles.

Una metodologia molto rigorosa
Gli studi randomizzati non hanno ulteriormente perfezionato questa scelta, aggiungono. Pertanto, il gruppo di ricercatori ha sviluppato un quadro completo, su una scala senza precedenti, basato su prove del mondo reale che consente l’efficacia comparativa e la valutazione della sicurezza su molti farmaci e outcome da dati osservativi che comprendono milioni di pazienti, minimizzando al contempo i bias intrinseci.

«Utilizzando questo framework» spiegano «abbiamo condotto uno studio sistematico su larga scala nell’ambito di un nuovo disegno di coorte per valutare i rischi relativi di vari outcomes: tre primari di efficienza (infarto miocardico acuto, ricovero per insufficienza cardiaca e ictus), sei secondari di efficienza e 46 di sicurezza (effetti collaterali indesiderati), confrontando tutte le classi di prima linea in una rete globale di sei amministrazioni assicurative sanitarie e tre database di cartelle cliniche elettroniche» di quattro paesi differenti.

Il framework – continuano – teneva in considerazione fattori di confondimento residuo, il bias di pubblicazione e il “p-hacking” (uso distorto della raccolta dati o dell’analisi statistica per produrre risultati favorevoli) usando la correzione per propensione su larga scala, una vasta serie di risultati di controllo e la piena divulgazione delle ipotesi testate.

Che cosa è emerso
Analizzando i dati di 4,9 milioni di pazienti, Suchard e colleghi hanno generato 22.000 rapporti di rischio (HR) calibrati e corretti per punteggio di propensione, confrontando tutte le classi e gli outcome dei database…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Come scegliere un antipertensivo di prima linea? La risposta offerta dai big data”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/cardio/come-scegliere-un-antipertensivo-di-prima-linea-la-risposta-offerta-dai-big-data-30714