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Sclerosi multipla – Un marker di risposta al dimetilfumarato (DMF) arriva dal rapporto tra riduzione linfocitaria e azione sui circuiti cerebrali

I pazienti con sclerosi multipla (SM) sottoposti a trattamento con dimetilfumarato (DMF) con una più forte deplezione di cellule T CD8+ presentano una risposta più favorevole rispetto a un gruppo attivo di confronto in termini di integrità corticale e risposte dei network della sostanza grigia (GM) e di quella bianca (WM). Questi risultati – pubblicati su “Frontiers in Immunology” – possono servire come base per lo sviluppo di paradigmi di trattamento personalizzati

«La perdita di integrità strutturale causata da infiammazione, demielinizzazione e degenerazione nella SM coinvolge i compartimenti della WM e della GM; questi ultimi svolgono un ruolo chiave nella disabilità e nella progressione della malattia» ricordano gli autori dello studio, guidati da Dumitru Ciolac, del Dipartimento di Neurologia del Centro Medico Universitario dell’Università Johannes Gutenberg di Magonza (Germania).

«I dati esistenti suggeriscono che le cellule T CD4+ e CD8+ contribuiscono al danno della GM corticale» proseguono. «Al momento, per la SM recidivante-remittente (RRSM) sono disponibili vari promettenti farmaci che modificano la malattia (DMD), ma i vantaggi a lungo termine degli algoritmi terapeutici non sono ancora chiari».

«Marker che predicano la risposta favorevole a uno specifico DMD sono in fase di attento sviluppo ma non sono ancora stati validati per i percorsi clinici» aggiungono Ciolac e colleghi. Principalmente, i parametri di risonanza magnetica (RM) sono considerati misure surrogate della risposta al trattamento con DMD, sebbene il liquido cerebrospinale (CSF) o la risposta immunitaria del sangue periferico possano anche essere un prezioso biomarcatore, spiegano.

L’assunto di base dello studio
«A questo proposito» sottolineano gli autori «la risposta al trattamento con DMF si riflette in conteggi ridotti di cellule T CD4+ e CD8+ in pazienti senza attività patologica. I pazienti clinicamente e radiologicamente stabili in trattamento con DMF hanno mostrato una riduzione più marcata delle cellule T CD8+ rispetto alle CD4+ rispetto ai pazienti attivi»…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “SM, dal rapporto tra riduzione linfocitaria e azione sui circuiti cerebrali un marker di risposta al DMF”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/neuro/sm-dal-rapporto-tra-riduzione-linfocitaria-e-azione-sui-circuiti-cerebrali-un-marker-di-risposta-al-dmf-30169