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Bpco e antibioticoterapia – I livelli di di proteina C reattiva (PCR) potrebbero ottimizzarne l’impiego

La valutazione dei livelli di proteina reattiva C (CRP), condotta al fine di guidare la prescrizione di antibiotici in pazienti affetti da riacutizzazioni di Bpco si associa ad un impiego più parsimonioso di questi farmaci anti-infettivi essenziali, apparentemente senza danni. Queste le conclusioni di uno studio britannico, pubblicato su NEJM, che sembra individuare un criterio più oggettivo, rispetto ai criteri di Anthonisen (aumento dispnea, incremento del volume catarrale e aumento della sua purulenza), soggettivi e poco accurati nel predire quali pazienti possano essere trattati in sicurezza senza antibiotici, ottimizzandone l’impiego e contenendo il fenomeno emergente dell’antibiotico-resistenza

Razionale e disegno dello studio
La prescrizione di antibiotici nei pazienti con Bpco ed esacerbazioni di malattia è prassi comune nei MMG, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.
Quasi la metà dei pazienti che convivono con la Bpco vanno incontro, ogni anno, ad uno o più episodi di riacutizzazione di malattia, mentre un paziente su 4 va incontro a due o più episodi annuali di esacerbazione.

“E’ noto che a più dell’80% dei pazienti con Bpco vengono prescritti antibiotici negli Usa e in Europa – continuano i ricercatori -. Tuttavia, per quanto molti pazienti con esacerbazione acuta di Bpco traggano giovamento da questi trattamenti, altri, invece, non ricevono alcun beneficio”.

La proteina reattiva C (CRP) rappresenta un biomarcatore di facile misurazione, in grado di valutare le esacerbazioni di Bpco.

Su questi presupposti, i ricercatori hanno voluto verificare l’ipotesi di un’utilità della misurazione dei livelli di CRP per ridurre la prescrizione inappropriata di antibiotici per le esacerbazioni di Bpco in Medicina Generale.

Lo studio, multicentrico, in aperto e controllato, ha randomizzato 653 pazienti con esacerbazioni di Bpco assistiti in 86 ambulatori di Medicina Generale in Inghilterra e nel Galles, al trattamento standard, guidato o meno dai livelli misurati di CRP.

I pazienti dello studio avevano un’età pari almeno a 40 anni, con una diagnosi posta di Bpco e una storia pregressa di esacerbazione acuta con il soddisfacimento di almeno uno dei criteri di Anthonisen, utilizzati per guidare il paziente all’antibioticoterapia…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Bpco e antibioticoterapia, i livelli di CRP potrebbero ottimizzarne l’impiego”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/pneumo/bpco-e-antibioticoterapia-i-livelli-di-crp-potrebbero-ottimizzarne-limpiego-29937