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Epatite C – È tempo di agire, scegliendo come

Prof. Massimo Galli, Presidente SIMIT: “Gli schemi possono essere diversi, bisogna arrivare a metterli in atto, per non perdere una grande occasione. Un modello valido può essere quello proposto dall’Istituto Superiore di Sanità. Serve effettuare uno screening definito per classi di età”

Milano, 11 luglio 2019 – L’Assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, lo ribadisce chiaramente: “Eliminare l’Epatite C è una priorità assoluta, e la Regione Lombardia farà tutto quanto nei suoi mezzi per favorire con tutti gli specialisti infettivologi di SIMIT e epatologi di AISF le azioni di screening per far emergere le migliaia di pazienti nel territorio affetti dal virus e condurli nei centri prescrittori al percorso di terapia che in poche settimane permette di eliminare la malattia e tornare alla vita”.

In Lombardia si stima che al 2014 siano state seguite presso i centri ospedalieri della regione circa 40mila persone con infezione da HCV. A marzo 2019 risultavano trattati, o in trattamento, più di 35mila pazienti.

“Abbiamo portato avanti un lavoro di monitoraggio nei luoghi più a rischio, come le carceri: abbiamo fatto lo screening del 95% della popolazione carceraria lombarda – ha sottolineato Giulio Gallera, l’assessore – Nei prossimi mesi dovremo raggiungere i cittadini che non hanno sintomi e ci impegneremo attraverso il coinvolgimento dei principali stakeholder, come i medici di medicina generale e il network delle farmacie, strumenti fondamentali per veicolare il messaggio. Le campagne di informazione sono determinanti per favorire prevenzione, screening e consapevolezza dei cittadini”.

Nuove strategie di screening: l’analisi delle key populations
Nuove strategie per eliminare il virus dell’Epatite C presentate al convegno “Epatite C: stato dell’arte e modelli per l’emersione del sommerso”. L’iniziativa, patrocinata da Regione Lombardia e da SIMIT – Società italiana di Malattie Infettive e Tropicali, si è tenuta a Milano presso la Sala Pirelli del Palazzo Pirelli.

L’impostazione proposta si basa su una microeliminazione mediante screening di particolari gruppi a più alta prevalenza, le cosiddette key population. Anzitutto, gli screening presso i SerD e nelle carceri devono arrivare al 100%, al fine di analizzare in modo massiccio la popolazione tossicodipendente e quella carceraria, tra le più esposte al contagio del virus.

Va inoltre ricordato che in Italia vivono oltre 5 milioni di immigrati, più o meno interessati in percentuale dall’epatite C, a seconda del Paese di provenienza. Nei primi trattamenti le persone con HCV immigrate non sono state numerose. Per avere un paese libero da HCV bisogna far emergere il sommerso e favorire l’accesso alle cure anche in queste popolazioni. Vanno infine indirizzati verso i centri di trattamento i pazienti già diagnosticati, ma non ancora trattati, che sarebbero ancora non pochi.

Nuove strategie di screening: l’analisi per coorti proposta dall’ISS
Grande attenzione deve essere riservata anche alla prima generazione esposta al virus, contagiata soprattutto prima dell’introduzione di materiale monouso, nell’era della sterilizzazione precaria di siringhe…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Epatite C, far emergere il ‘sommerso’ per una prevenzione collettiva. È tempo di agire, scegliendo come”, insalutenews

Tratto da: https://www.insalutenews.it/in-salute/epatite-c-far-emergere-il-sommerso-per-una-prevenzione-collettiva-e-tempo-di-agire-scegliendo-come/