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Malattie reumatiche rare e non – Il futuro è nelle diagnosi precoci e nei trattamenti innovativi

I risultati del congresso europeo Eular a Madrid. E’ italiana la nuova presidentessa: si tratta di Annamaria Iagnocco dell’Università di Torino e delle Molinette di Torino

Sono erroneamente associate a mal di schiena o vecchiaia, ma le malattie reumatiche muscolo-scheletriche sono tante e diverse, di tipo infiammatorio, neurodegenerativo o metabolico. Colpiscono le diverse strutture dell’apparato locomotore, articolazioni, ossa, tendini e muscoli, ma possono anche interessare gli organi interni e i tessuti. Sono la prima causa di dolore e disabilità in Europa, dove colpiscono 120 milioni di cittadini, oltre 5 milioni di italiani, anche giovani e giovani adulti.

Molte di esse, inoltre, sono malattie croniche che progrediscono con il tempo portando, se non controllate farmacologicamente, ad una progressiva disabilità. Solo di recente, questa disciplina così complessa e intrinsecamente multidisciplinare per il gran numero di diverse malattie di cui si occupa ha a disposizione armi terapeutiche potenti, farmaci innovativi e mirati, ma soprattutto non “prestati” da altre specialità.

Di questo e delle innovazioni in atto, che potrebbero fare la loro comparsa nella clinica non prima di 3 – 4 anni, si è parlato al congresso europeo di reumatologia Eular, a Madrid dove l’Italia è molto presente e seconda per numero di abstract presentati. Inoltre, è italiana la nuova presidentessa eletta di Eular, Annamaria Iagnocco dell’Università di Torino e della Città della Salute e della Scienza Le Molinette di Torino, votata dai presidenti delle società scientifiche di tutta Europa, dei pazienti e delle professioni sanitarie.

Infatti, Eular riunisce 45 società scientifiche di reumatologia, 36 associazioni nazionali di malati reumatici e 24 associazioni nazionali di infermieri e fisioterapisti. La Iagnocco è la seconda donna al sommo vertice dell’associazione della reumatologia europea nei suoi 72 anni di vita.

RITARDO DIAGNOSTICO 
La ricerca sugli effetti sistemici dell’infiammazione cronica suggerisce un intervento precoce per spegnerla e ridurne così gli effetti nocivi sull’organismo. Ad ammettere «notevoli difficoltà ad intercettare pazienti con sintomi che sono già espressione di una malattia in atto» è Luigi Sinigaglia, Presidente nazionale della Sir Società italiana di reumatologia, che ricorda «quanto più precoce è la diagnosi, tanto migliori sono i risultati; bisogna agire prima che le malattie causino danni irreversibili».

Le parole chiave sono, infatti, diagnosi precoce, selezione accurata dei pazienti candidabili ai vari trattamenti innovativi e inizio tempestivo delle terapie più adeguate, anche per non dover recuperare dai danni di errori diagnostici e terapeutici: «Per questo – spiega il Presidente – è necessario decidersi ad attuare le reti reumatologiche, non ancora sufficientemente sviluppate e cui si sta cercando di metter mano a livello istituzionale, e affrontare il problema della carenza di organico».

INNOVAZIONE TERAPEUTICA 
Oggi la ricerca è orientata verso lo studio della cascata dei meccanismi che ci permettono di capire gli snodi chiave della patologia reumatica e di come possiamo bloccarli per non farla progredire. Si tratta dei farmaci biologici che agiscono al di fuori della cellula e delle piccole molecole (small molecules) che agiscono internamente alla cellula bloccando la trascrizione del segnale infiammatorio. «Le small molecules sono di grande interesse; sono farmaci di sintesi, somministrati per via orale, ce ne sono già due in commercio, per l’artrite reumatoide e la psoriasica ma altri studi sono promettenti» spiega Mauro Galeazzi, Past President SIR che denuncia come le potenti armi farmacologiche innovative non siano ancora realmente messe a disposizione dei pazienti: «L’Italia è il terzultimo paese in Europa per utilizzo dei farmaci biotecnologici, la reumatologia è vessata dalle istituzioni che sono in difficoltà economica e pensano al costo del farmaco più che al paziente», spesso senza considerare nel bilancio complessivo la riduzione dei costi che segue un trattamento di successo.

IL COSTO DEI FARMACI 
Quello della sostenibilità è un tema aperto: il costo dei farmaci biologici è elevato, ma si tratta di terapie capaci di cambiare il decorso di malattie invalidanti e di grande impatto epidemiologico. Più economici dei grandi brand sono i farmaci biosimilari, altre versioni di un farmaco biotech con brevetto scaduto, progettati per avere caratteristiche farmacologiche “sufficientemente simili” al farmaco originatore. Per i reumatologi della SIR, «una grande opportunità», anche se occorre molta cautela: i dati mostrano che il cambiamento di trattamento (il cosiddetto switch) in un senso o nell’altro può dare origine a recidive…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Malattie reumatiche: il futuro è tutto nelle diagnosi precoci e nei trattamenti innovativi”, STAMPA SALUTE

Tratto da: https://www.lastampa.it/2019/06/20/scienza/malattie-reumatiche-il-futuro-tutto-nelle-diagnosi-precoci-e-nei-trattamenti-innovativi-nFjwjQvVJcY477UJw11UQO/pagina.html