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Artrite reumatoide (AR) – Persistenza al trattamento con abatacept fino a due anni

Un paziente su due affetto da artrite reumatoide (AR), avviato subito a trattamento con abatacept, mostra una persistenza al trattamento fino a 2 anni. Non solo: la persistenza alla terapia è ancora più elevata nei pazienti naive ai farmaci biologici. Sono queste le conclusioni di uno studio di recente pubblicazione su Clinical Rheumatology che potrebbero, in un prossimo futuro, influenzare la messa a punto di piani individualizzati di trattamento nei pazienti affetti da AR di grado moderato-severo

Razionale dello studio
Come è noto, l’aderenza al trattamento (o compliance) indica l’adesione alla terapia e il rispetto delle prescrizioni del medico da parte del paziente, in termini di posologia, tempi e modi di assunzione di un farmaco. La persistenza, invece, è una stima del mantenimento nel tempo di una terapia farmacologica prescritta, essendo una espressione dell’efficacia e della tollerabilità al farmaco . In letteratura è ormai ampiamente documentato che una cattiva compliance o persistenza del trattamento prescritto si associa a problemi di efficacia complessiva della terapia prescritta.

Abatacept è una proteina di fusione costituita dalla porzione Fc della immunoglobulina G1 e dal dominio extracellulare dell’antigene 4 del linfocita T citotossico.

La molecola, disponibile in Italia per il trattamento dell’AR dal 2007, è un modulatore selettivo della co-stimolazione delle cellule T, che previene l’attivazione di queste cellule mediante blocco dei segnali di co-stimolazione richiesti per generare una risposta immunitaria alle proteine e agli antigeni peptidici.

I trial clinici randomizzati finora condotti hanno fornito evidenze incontrovertibili dell’efficacia, della sicurezza e della tollerabilità del trattamento con abatacept in pazienti adulti con AR di grado moderato-severo. “Tuttavia – ricordano i ricercatori nell’introduzione al lavoro – una proporzione elevata di pazienti con AR ha scarse probabilità di soddisfare tutti i criteri stringenti per la partecipazione ai trial con farmaci biologici e, pertanto, i partecipanti allo studio potrebbero non rappresentare totalmente una popolazione ideale”.

“I dati real-world, al contrario – continuano – possono fornire un quadro interessante ai fini della valutazione sull’impiego a lungo termine dei farmaci biologici e sulle caratteristiche dei pazienti associate con le diverse risposte osservate nei setting clinici. Pertanto, la determinazione di fattori predittivi della persistenza al trattamento e della risposta differenziale ai farmaci utilizzati potrebbe tornare utile nello sviluppo di trattamenti individualizzati più appropriati, rendendo meno importanti i successivi aggiustamenti della terapia”.

Obiettivi e disegno dello studio
Lo studio ACTION (AbataCepT In rOutiNe clinical practice), appena pubblicato, è uno studio della durata di 2 anni, finalizzato a fornire dati provenienti dalla pratica clinica reale sulla persistenza, l’efficacia e la sicurezza del trattamento con abatacept in pazienti con AR…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Artrite reumatoide, persistenza al trattamento con abatacept più elevata in pazienti naive ai farmaci biologici”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/artrite-reumatoide-persistenza-al-trattamento-con-abatacept-pi-elevata-in-pazienti-naive-ai-farmaci-biologici-28969