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Tumore ovaio – In Italia solo il 65% delle donne esegue il test genetico

Al Ministero della Salute presentato il Quaderno informativo. Nel nostro Paese, nel 2018, 5.200 casi. Gli inibitori di Parp sono efficaci nel controllare la malattia in fase avanzata. Fabrizio Nicolis, presidente Fondazione Aiom: “Tutte le pazienti devono essere sottoposte all’esame per verificare la mutazione Brca. Troppe le differenze regionali. E gli strumenti di prevenzione siano estesi ai familiari”

05 MAR – Il tumore dell’ovaio fa meno paura. Rappresenta la quinta causa di morte per cancro nelle donne 50-69enni in Italia, ma i decessi legati alla malattia diminuiscono: nel 2015 (ultimo anno disponibile) sono stati 3.186, nel 2013 ne erano stati registrati 3.302, con un calo del 3% in due anni. Il merito è da ricondurre a terapie sempre più efficaci, che permettono di controllare la malattia anche nello stadio metastatico. Tra queste, si annoverano anche i farmaci inibitori di Parp, oggi utilizzabili sia nelle pazienti Brca mutate che non mutate.

“Le armi contro il tumore dell’ovaio spaziano dalla chirurgia alla chemioterapia fino alle terapie mirate, in cui rientrano gli inibitori di Parp – spiega Fabrizio Nicolis, Presidente Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. Conoscere lo stato mutazionale dei geni BRCA è sempre molto importante ed il test dovrebbe essere effettuato su tutte le pazienti (con le caratteristiche indicate nelle Raccomandazioni Aiom-Sigu-SIBioC-Siapec-Iap 2019) al momento della diagnosi. È questa la via da seguire per definire le migliori strategie terapeutiche e iniziare il percorso familiare che potrebbe permettere l’identificazione di persone sane con mutazione BRCA, nelle quali impostare programmi di sorveglianza o di chirurgia (annessiectomia bilaterale) per la riduzione del rischio di sviluppare il tumore ovarico. Ma, ancora oggi, non tutte le pazienti che dovrebbero essere sottoposte al test BRCA lo eseguono. Inoltre, in Italia, il regime di rimborsabilità per questo esame varia nelle diverse Regioni, con la conseguenza che viene effettuato solo nel 65,2% delle donne che ricevono la diagnosi”. Oncologi e pazienti, in una conferenza stampa che si svolge oggi al Ministero della Salute, chiedono alle Istituzioni di uniformare le modalità di accesso al test BRCA sul territorio nazionale…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Tumore ovaio. Aiom: “Le morti calano del 3% negli ultimi 2 anni. Ma in Italia solo il 65% delle donne esegue il test genetico”, Quotidiano sanità

Tratto dahttp://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=71585