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Alzheimer – Tutti gli occhi sono puntati su aducanumab

Dopo il fallimento di crenezumab, comunicato qualche giorno fa da Roche, non è rimasto granché in fase avanzata di sviluppo per la cura dell’Alzheimer. Ecco perché gli occhi di clinici e analisti finanziari adesso sono tutti puntati su aducanumab, il farmaco biotech di Biogen

Quest’ultima ha un portafoglio di farmaci blockbuster per la sclerosi multipla e per il trattamento delle malattie rare, ma aducanumab e in generale la cura dell’Alzheimer sono il fulcro della sua pipeline.

I due studi di Fase 3 con aducanumab nella malattia di Alzheimer sono iniziati nel 2015 e dovrebbero concludersi all’inizio del prossimo anno. Wall Street è ansiosa di qualche anticipazione ma le domande degli analisti circa il fatto che Biogen avesse in programma di condurre un’analisi intermedia dei dati sono rimaste inevase durante la recente conference call per la presentazione dei dati di chiusura del 2018.

Gli analisti della società Jefferies stimano che aducanumab, qualora superasse brillantemente la fase III ed entrasse in commercio, avrebbe un valore compreso tra i 60 e gli 80 dollari per azione di Biogen, che attualmente vale oltre 320 dollari. Il successo del farmaco, quindi, è una variabile importante nelle stime di Wall Street su Biogen.

Le opzioni terapeutiche che una volta erano in gara per la prima immissione sul mercato con aducanumab oggi non sono più in corsa, in particolare crenezumab e solanezumab di Eli Lilly. Questo solleva la questione se queste battute d’arresto abbiano un impatto sulla probabilità di successo di aducanumab. Biogen ha sostenuto con forza le differenze fra le due molecole che condividono lo stesso target terapeutico, la proteina beta amiloide.

“Questi non sono gli stessi anticorpi”, ha dichiarato martedì Al Sandrock il Chief Medical Officer di Biogen in risposta a una domanda su come l’aducanumab differisca dalla molecola di Roche. Sandrock ha osservato che aducanumab e un altro farmaco sperimentale anti-Alzheimer sviluppato da da Biogen e Eisai, BAN2401, sono altamente selettivi per le forme solubili e insolubili delle proteine beta-amiloidi aggregate. “Crenezumab non ha lo stesso livello di specificità”, ha sostenuto durante la earnings call di martedì scorso.

Biogen sembra essere riuscita a comunicare queste differenze agli analisti di Wall Street, molti dei quali hanno messo in guardia dal trarre conclusioni sull’aducanumab dalla battuta d’arresto di Roche del martedì.

Un lungo elenco di fallimenti
Si stima che siano state circa 150 le molecole che hanno fallito nello sviluppo di una cura per l’Alzheimer. Il recente stop agli studi di Fase III con crenezumab si aggiunge a una lista già molto lunga di terapie anti-amiloide, una volta promettenti, che sono venute a mancare…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Alzheimer, adesso tutti gli occhi sono puntati su aducanumab”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/alzheimer-adesso-tutti-gli-occhi-sono-puntati-su-aducanumab-28686