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Osteoporosi e fragilità ossea – Ancora lontano l’optimum terapeutico

Una proporzione consistente di pazienti con osteoporosi (OP) è ancora oggi esclusa dall’adozione di trattamenti farmacologici specifici post-frattura, mostrando anche una scarsa aderenza alle raccomandazioni italiane sul trattamento dell’OP. Questo l’allarme lanciato da uno studio osservazionale italiano retrospettivo, di recente pubblicazione su Endocrine. Lo studio ha dimostrato anche che, migliorando l’aderenza ad un trattamento per l’OP, in combinazione con calcio/vitamina D, si ha una riduzione sia del rischio di ri-fratturarsi che della mortalità per tutte le cause

I farmaci per l’osteoporosi sono sottoutilizzati
In Italia ci sono quasi 4 milioni di donne in post-menopausa affette da osteoporosi (OP), ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.

“Questo numero – spiegano – è dato in costante aumento, soprattutto in relazione all’incremento dell’aspettativa di vita, e si stima, per il decennio 2010-2020, un incremento percentuale del numero di donne italiane in post-menopausa con OP pari al 14%”.

“Il trattamento farmacologico dell’OP – continuano i ricercatori – ha contribuito a migliorare lo stato di salute di queste pazienti, riducendo sia il numero di fratture vertebrali che non vertebrali. Tuttavia, solo una parte limitata di pazienti con OP è attualmente sottoposta a trattamento in funzione anti-frattura (…). In questo contesto ha il suo peso anche il riscontro di una cattiva aderenza al trattamento prescritto, in parte spiegabile con la cronicizzazione dello stesso e la percezione tardiva dei suoi benefici da parte dei pazienti (…) Ciò nonostante, il rischio di ri-frattura è più elevato nelle pazienti osteoporotiche non aderenti alla terapia, e questa osservazione è di particolare rilevanza se si considera che le pazienti con pregressa frattura di fragilità sono a maggior rischio di andare incontro a frattura successiva rispetto a quelle ancora non fratturate”.

Il ruolo della suppelementazione di calcio/vitamina D nella terapia dell’osteoporosi
Un ruolo essenziale nel trattamento dell’OP è giocato anche dal calcio  e dalla vitamina D: “In primo luogo – ricordano gli autori dello studio – tutti i trial clinici che hanno dimostrato gli effetti anti-frattura di un farmaco candidato alla terapia dell’OP prevedevano anche la supplementazione di calcio e di vitamina D; in secondo luogo, è stato osservato come la deplezione vitaminica innalzi e  il rischio di fratture e, al contempo riduca la protezione anti-frattura”.

“Per queste ragioni – sottolineano i ricercatori – la supplementazione di vitamina D è raccomandata anche da AIFA nei pazienti a rischio di frattura di fragilità o di frattura successiva all’inizio di un trattamento con un farmaco per l’OP”.

Obiettivi e disegno dello studio
Su questi presupposti è stato disegnato il nuovo studio osservazione retrospettivo che, basandosi sui dati amministrativi informatizzati provenienti da 5 Unità Sanitarie Locali Italiane, si è proposto di valutare l’impatto del trattamento farmacologico di pazienti con OP con recente frattura e di valutare l’incidenza di fratture successive, nonché la mortalità per tutte le cause…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Osteoporosi e fratture fragilità, ancora lontani dall’optimum terapeutico”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/osteoporosi-e-fratture-fragilit-ancora-lontani-dalloptimum-terapeutico-28583