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Carcinomi squamosi testa collo – Pembrolizumab risulta efficace

Lancet di questa settimana pubblica i risultati dello studio Keynote-040 che ha valutato l’efficacia dell’ pembrolizumab nei carcinomi squamosi testa collo recidivanti o metastatici. Il verdetto è favorevole all’immunoterapico che adesso verrà valutato in associazione con la terapia tradizionale o in monoterapia in fase più precoce di malattia

Keynote-040 è uno studio di fase 3 in aperto che ha valutato l’efficacia del pembrolizumab su pazienti con carcinoma squamoso testa collo in progressione durante o dopo terapie a base di platino o metastatico (o entrambi) o nei pazienti con recidiva o progressione di malattia entro 3-6 mesi da una precedente terapia multimodale contenente platino, per tumore localmente avanzato.

Lo studio, coordinato dal Professor Ezra E W Cohen (San Diego Moores Cancer CenterUniversity of California, Usa), condotto presso 97 centri in 20 Paesi, ha arruolato pazienti che sono stati assegnati in maniera randomizzata al trattamento con pembrolizumab 200 mg ogni 3 settimane ev (247 pazienti) o a un trattamento scelto dai medici tra metotrexato, docetaxel o cetuximab ev (gruppo ‘standard of care’, 248 pazienti).

Endpoint primario dello studio era la sopravvivenza complessiva nella popolazione intention-to treat. E’ stata anche la safety.

Nella popolazione intention-to-treat la sopravvivenza mediana è stata di 8,4 mesi nel gruppo trattato con pembrolizumab, contro 6,9 mesi nel gruppo terapia tradizionale. Gli eventi indesiderati di grado 3 o superiore, correlati alla terapia sono stati meno numerosi nel gruppo trattato con l’immunoterapia che in quello standard-of-care. Nel gruppo trattato con pembrolizumab sono stati registrati 4 decessi correlati al trattamento (perforazione intestinale, progressione della neoplasia, sindrome di Stevens-Johnson) contro i 2 del gruppo terapia tradizionale (progressione di malattia e polmonite)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Pembrolizumab: efficace nei tumori testa collo”, Quotidiano sanità

Tratto dahttp://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=69922