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Sclerosi multipla recidivante remittente (RRSM) – Tassi di interruzione di TRF e DMF a confronto

Pubblicato online sul “Journal of Neurology”, uno studio real-world condotto su una grande coorte multicentrica italiana ha posto a confronto per 24 mesi – in pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante remittente (RRSM) trattati ex novo con teriflunomide (TRF) e dimetil fumarato (DMF) – i tassi di discontinuazione della terapia. Questi ultimi sono risultati nel complesso simili ma i soggetti di sesso maschile in trattamento con DMF con una precedente storia di insuccesso terapeutico sono risultati a maggior rischio di interruzione della terapia

L’attuale approccio terapeutico alla RRSM si basa sull’inizio precoce del trattamento con una delle terapie modificanti la malattia (DMT) disponibili, con la possibilità di passare a un’altra DMT in caso di fallimento dell’efficacia o per innalzamento di segnali di sicurezza, ricordano gli autori, coordinati da Francesco Patti, del Dipartimento “G.F. Ingrassia” del Centro per la Sclerosi Multipla dell’Università di Catania.

Nell’ultimo decennio sono stati approvati agenti orali di prima linea, spalancando una nuova era di terapia personalizzata, aggiungono gli autori, sottolineando che, per garantire la maggiore efficacia dei farmaci, i pazienti devono assumerli come prescritto dai loro neurologi e per la durata stabilita, mantenendo la persistenza in terapia.

«Studi nel mondo reale hanno dimostrato che non assumere DMT come prescritto può comportare un rischio maggiore di esiti clinici ed economici negativi» specificano Patti e colleghi che hanno condotto questo studio retrospettivo su dati raccolti in modo prospettico in nove centri italiani terziari per la SM.

Come detto, i ricercatori hanno confrontato i tassi di interruzione in due grandi gruppi di persone con RRMS trattati con TRF e DMF. Inoltre, hanno descritto il tempo di interruzione e le ragioni del ritiro della DMT, oltre a valutare i fattori di base che potevano essere predittivi circa l’interruzione del trattamento.

I nove centri terziari italiani partecipanti allo studio
Sono di seguito elencate le strutture che hanno avuto in cura i pazienti i cui dati sono stati successivamente analizzati:

  • Dipartimento “G.F. Ingrassia “, Centro per la SM, Università di Catania
  • Dipartimento di Economia, Commercio e Statistica, Università di Palermo
  • Università di Roma “La Sapienza”
  • Ospedale Sant’Andrea, Roma
  • Fondazione Istituto “G. Giglio”, Cefalù
  • Università “Federico II” – Clinica Neurologica I, Napoli
  • Policlinico “P. Giaccone”, Palermo
  • Ospedali Riuniti Villa Sofia – Cervello, Palermo
  • Azienda Ospedaliera Universitaria “G. Martino”, Messina
  • Azienda Ospedaliera Universitaria “Mater Domini”, Catanzaro
  • Azienda Sanitaria Provinciale U. O. di Neurologia, Cosenza

Criteri di inclusione e metodi utilizzati
I criteri di inclusione erano: 1) età =/> 18 anni; 2) diagnosi di RRMS secondo i criteri McDonald del 2010; 3) inizio delle terapie ini studio (TRF e DMF) nella finestra indice (1° gennaio 2015 – 1° marzo 2016); 4) non arruolamento in studi clinici randomizzati…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “SM, tassi di interruzione di TRF e DMF a confronto in un ampio studio multicentrico real-world svolto in Italia”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/sm-tassi-di-interruzione-di-trf-e-dmf-a-confronto-in-un-ampio-studio-multicentrico-real-world-svolto-in-italia–28384