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Carcinoma ovarico – Lo screening ecografico migliora davvero la sopravvivenza?

I risultati di uno studio di screening iniziato più di 30 anni fa, da poco pubblicati su Obstetrics & Gynecology, evidenziano che lo screening ecografico di donne a rischio di carcinoma ovarico si è tradotto nell’identificazione della neoplasia in uno stadio più precoce e in miglioramenti significativi nella sopravvivenza legata specificamente alla malattia fino a 20 anni. Tuttavia, restano dubbi legati alla specifica popolazione indagata nello studio e non vi è ancora alcuna certezza che un programma di questo tipo sarebbe effettivamente utile

«Sebbene i progressi nella tecnica chirurgica, nell’assistenza postoperatoria e nella chemioterapia abbiano portato a un modesto miglioramento della sopravvivenza a 5 anni, la maggior parte delle pazienti con carcinoma ovarico continua a presentarsi con una malattia in stadio già avanzato, una situazione nella quale le percentuali di cura sono basse e i costi del trattamento elevati» scrivono gli autori dello studio, guidati da John R. van Nagell Jr, dello University of Kentucky-Markey Cancer Center di Lexington.

«Poiché il carcinoma ovarico in stadio iniziale è altamente curabile, lo screening delle donne a rischio è stato studiato con diversi approcci come metodo per aumentare la diagnosi precoce e migliorare la sopravvivenza delle pazienti» aggiungono i ricercatori. L’effetto dello screening sulla sopravvivenza, tuttavia, è rimasto poco chiaro.

Il Kentucky Ovarian Cancer Screening Trial
Il Kentucky Ovarian Cancer Screening Trial è iniziato nel gennaio 1987; l’analisi appena pubblicata comprende un totale di 46.101 donne arruolate da allora fino al 2017, donne asintomatiche di età pari o superiore a 50 anni o donne asintomatiche di età pari o superiore a 25 anni con una storia familiare documentata di carcinoma ovarico in una parente di primo o secondo grado. In totale, il 23,2% della coorte aveva una storia familiare di questo tipo e il 43,8% aveva una storia familiare di tumore al seno.

Le donne sono state sottoposte a screening ecografico annuale, per un totale di 298.418 ecografie (media di 6,5 ecografie per partecipante).

Diagnosi della malattia in stadi più precoci
Il programma ha consentito di scoprire un totale di 71 casi di carcinoma ovarico epiteliale invasivo, oltre che 17 tumori ovarici epiteliali con basso potenziale di malignità e nessuna delle donne con quest’ultimo tipo di tumore ha avuto una recidiva di malattia. Così come riscontrato in precedenti studi di screening del carcinoma ovarico, il programma ha avuto come risultato la diagnosi della malattia in stadi più precoci: il 42% dei casi è stato scoperto in stadio I, il 21% in stadio II, il 37% in stadio III e nessuno in stadio IV. In una coorte di donne non sottoposte ad alcuno screening per il carcinoma ovarico, al momento della diagnosi il 30% aveva una malattia in stadio I o II (P <0,001), mentre il 70% presentava una malattia in stadio III o IV…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Ca ovarico, screening ecografico migliora davvero la sopravvivenza?”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/ca-ovarico-screening-ecografico-migliora-davvero-la-sopravvivenza-28311